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sabato 15 Novembre 2025

Napoli, attivisti Pro Palestina: udienza cruciale e clima di tensione

Il processo per i tre attivisti Pro Palestina, arrestati a Napoli il 25 ottobre durante un tentativo di irruzione nello stand della multinazionale farmaceutica israeliana Teva a Pharmexpo, ha visto la conclusione delle deposizioni davanti al giudice per le indagini preliminari Giovanni Vinciguerra.
L’udienza, cruciale per la convalida dell’arresto e l’eventuale concessione di misure cautelari meno drastiche, si è svolta nell’ambito di un contesto sociale ad alta tensione, testimoniato dalla manifestazione di solidarietà organizzata nei pressi del carcere di Poggioreale, dove i tre indagati sono attualmente detenuti.

Le accuse contestate agli attivisti – resistenza a pubblico ufficiale e lesioni – derivano da un episodio di confronto durante il tentativo di accesso al padiglione 5 della Mostra d’Oltremare, sede della fiera.
La dinamica degli eventi ha generato una serie di interrogativi, alimentati dalle dichiarazioni contrastanti e dalla complessità di ricostruire con precisione i ruoli dei diversi partecipanti.
Due agenti delle forze dell’ordine hanno subito lesioni giudicate guaribili rispettivamente in quattro e sette giorni.
Un elemento particolarmente rilevante è rappresentato dalla divergenza tra l’accusa di aver contribuito attivamente alle aggressioni e la difesa degli imputati, i quali sostengono di aver regolarmente acquistato il biglietto d’ingresso all’area fieristica e di non essere coinvolti nell’incidente che ha causato una prognosi di trenta giorni al dirigente del servizio d’ordine pubblico.

Questa discrepanza solleva interrogativi sulla responsabilità diretta degli attivisti nell’aggressione più grave e sottolinea la necessità di un’analisi approfondita delle prove raccolte.

La richiesta di arresti domiciliari da parte della Procura di Napoli riflette la gravità delle accuse e le preoccupazioni circa l’eventuale pericolo di fuga o di reiterata violenza.
Tuttavia, la manifestazione di solidarietà e la difesa legale, affidata agli avvocati Alfonso Tatarano, Natalia Fuccia e Paolo Palicardi, suggeriscono una percezione di ingiustizia e una volontà di contestare attivamente le accuse mosse.

La decisione del giudice Vinciguerra, attesa a breve, si preannuncia cruciale per delineare i contorni del caso e determinarne il prosseguimento giudiziario, in un clima sociale profondamente segnato dalla questione palestinese e dalle sue implicazioni a livello globale.
L’evento riaccende il dibattito sul diritto di manifestare, i limiti dell’azione di protesta e le conseguenze legali per chi si trova a confrontarsi con le forze dell’ordine in contesti di tensione.

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