Napoli, clan Licciardi: svelato impero ombra e controllo del territorio

L’operazione “Spartito” svela un intricato sistema di controllo e gestione del territorio a Napoli, orchestrato dal clan Licciardi, figura chiave all’interno dell’Alleanza di Secondigliano.
L’indagine, condotta congiuntamente dai Carabinieri e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha portato all’arresto di ventuno persone, rivelando un’organizzazione capace di infiltrarsi e condizionare settori cruciali della vita cittadina, dall’edilizia popolare alle dinamiche economiche locali, fino al voto.

Il clan Licciardi, operante in un territorio ben definito, come i rivali Mazzarella, si è dimostrato capace di erigere un vero e proprio impero ombra, esercitando un potere capillare attraverso l’intermediazione tra debitori e creditori.

Questa attività, apparentemente legale, si configura come uno strumento di pressione e controllo, consentendo al clan di estendere la propria influenza e di appropriarsi di risorse.

L’episodio documentato, in cui un imprenditore sottoposto alle pressioni dei Licciardi cerca l’intervento dei Mazzarella, evidenzia la complessa rete di relazioni e compromessi che caratterizzano il panorama criminale napoletano, dove persino i rivali possono essere coinvolti in una logica di spartizione di potere.

La gestione delle case popolari rappresenta un altro tassello fondamentale di questo sistema di controllo.
L’estorsione di denaro a famiglie assegnatarie, per garantire loro il diritto di permanenza negli immobili, testimonia la capacità del clan di imporre la propria legge anche in ambiti considerati di primaria importanza per il tessuto sociale.

Questo controllo sull’assegnazione delle abitazioni, come sottolineato dal Procuratore Nicola Gratteri, non è un semplice atto amministrativo, ma un esercizio di potere volto a garantire il sostegno elettorale futuro.

Le famiglie “favorire” dal clan, infatti, saranno tenute a votare secondo le indicazioni della camorra, consolidando ulteriormente il potere criminale.
L’arresto di Paolo Abbatiello, ritenuto il reggente del clan Licciardi in seguito all’arresto di Maria Licciardi, e di Alessandro Giannelli, in contatto con l’esterno pur essendo detenuto, conferma la capacità dell’organizzazione di adattarsi e di mantenere operative le proprie strutture anche in condizioni di pressione.
Il Procuratore Gratteri ha chiarito come, per la camorra, il controllo del territorio prevalga sull’accumulo di denaro derivante da attività illecite come le estorsioni.
La gestione del territorio, infatti, garantisce la disponibilità di un pacchetto di voti, un bene di inestimabile valore per la perpetuazione del potere criminale.

L’operazione “Spartito” non solo ha colpito una struttura mafiosa, ma ha svelato un modello di potere radicato e pervasivo, che condiziona la vita della comunità napoletana, trasformando i cittadini in “ospiti” in un territorio dominato dall’illegalità.

La vicenda sottolinea l’urgenza di interventi mirati non solo repressivi, ma anche di riqualificazione sociale ed economica, per restituire alla comunità il controllo del proprio destino.
La complessità del fenomeno criminale richiede un impegno sinergico tra istituzioni, forze dell’ordine e società civile, per contrastare efficacemente la cultura dell’illegalità e promuovere una cultura della legalità e della partecipazione democratica.

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