Un mare di bianco, interrotto da chiazze di rosso intenso, ha invaso questa mattina la piazza del Municipio a Napoli.
Un flash mob potente, organizzato dalla UIL Campania in collaborazione con diverse associazioni e un’energia giovanile palpabile, ha trasformato il centro cittadino in un palcoscenico di denuncia e di speranza.
Le magliette, simboli di una purezza profanata, rappresentavano il peso insopportabile della perdita umana nella striscia di Gaza, un grido disperato che si eleva contro la spirale di violenza e a favore di un’umanità ferita.
Giovanni Sgambati, Segretario Generale della UIL Napoli e Campania, ha aperto il presidio con parole che incarnano una profonda riflessione sulla complessità del conflitto.
Rifiutando categoricamente il terrorismo, la cui brutalità non può essere minimizzata o giustificata, ha però espresso con forza l’equally inaccettabile gravità delle conseguenze sulla popolazione civile gazaiana.
La distruzione indiscriminata, la trasformazione di intere aree in un ammasso di macerie, ha cancellato non solo edifici e infrastrutture, ma anche, apparentemente, tracce di umanità.
Sgambati ha lanciato un appello diretto al Governo italiano, sollecitando un intervento tempestivo e concreto per facilitare il flusso di aiuti umanitari.
La situazione è critica: il popolo gazaiano, sopravvissuto a un inferno di bombardamenti, si trova sull’orlo del collasso, privo di risorse essenziali e di ogni prospettiva di futuro.
L’auspicio è che il governo, guidato da Giorgia Meloni, si posizioni in modo chiaro a favore di una soluzione pacifica e sostenibile, abbandonando ambiguità e compromessi che potrebbero perpetuare il conflitto.
Il segretario ha riaffermato la ferma convinzione nella necessità di una soluzione a due Stati, un principio cardine per la costruzione di un futuro di convivenza pacifica e prospera nel Mediterraneo.
Questa visione non è un mero ideale, ma un imperativo etico e strategico per garantire la stabilità e la sicurezza di un’intera regione.
La via diplomatica, il dialogo tra le parti, la ricerca di compromessi che tengano conto delle legittime aspirazioni di entrambi i popoli, rimangono l’unica strada percorribile per spezzare il ciclo di violenza e costruire ponti di speranza.
L’azione immediata è cruciale per alleviare la sofferenza attuale e, soprattutto, per impedire che le ferite del passato si riaprano, alimentando nuove generazioni di odio e risentimento.
La responsabilità del mondo, e in particolare dell’Italia, è quella di sostenere questo percorso, con determinazione e senza riserve.