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giovedì 6 Novembre 2025

Napoli, Piazza Infuocata: Protesta, Feriti e Appello alla Pace

A Napoli, una piazza gremita ha espresso con forza la propria indignazione per un ordine pubblico percepito come repressivo e inadeguato, in seguito agli eventi che hanno coinvolto l’arrivo di una nave carica di materiali potenzialmente pericolosi provenienti da Haifa e ai fermi subiti dalla Global Sumud Flotilla.
Il corteo, composto da diverse sigle tra cui Insurgencia, si è trasformato in un teatro di scontro, culminando in gravi ferite riportate da un manifestante, con una frattura scomposta al naso e un rischio di perdita dell’occhio, sintomi di una escalation di violenza che ha suscitato profonda preoccupazione.
Marta Di Giacomo, rappresentante di Insurgencia, ha denunciato con veemenza la gestione dell’evento, definendola “imbarazzante” e contestando l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine.
La sua affermazione, carica di amarezza, pone una questione cruciale: è lecito, in una democrazia, ricorrere a mezzi così aggressivi contro studenti che, animati da una profonda convinzione morale, manifestano pacificamente contro un conflitto percepito come un genocidio? La retorica della “necessità” di reprimere il dissenso, quando questo si traduce in lesioni gravi e potenzialmente invalidanti, appare insostenibile.

La protesta non si è limitata alla condanna della violenza subita, ma si è articolata come una più ampia rivendicazione di libertà e giustizia.

Irene Mele, dell’esecutivo regionale Uds Campania, ha esplicitato il desiderio di scuole non militarizzate, liberate dall’influenza dell’industria bellica e capaci di promuovere un sapere genuinamente libero, non condizionato da interessi geopolitici o economici.
Questa aspirazione, apparentemente localizzata in un contesto universitario campano, riflette una più ampia crisi di valori e un bisogno urgente di riconcettualizzare il ruolo dell’istruzione nella società contemporanea.

Il supporto alla Global Sumud Flotilla rappresenta un ulteriore tassello di questa complessa narrazione.
L’attacco a una missione umanitaria diretta alla popolazione di Gaza, flagellata da una crisi umanitaria senza precedenti, non solo rivela una pericolosa escalation nella politica israeliana, ma evidenzia anche la necessità di un impegno globale per garantire l’accesso agli aiuti e proteggere i civili.
La protesta napoletana, in questo senso, si configura come un atto di solidarietà verso un popolo martoriato e una denuncia della complicità silenziosa che permea i rapporti internazionali.

Il corteo non è quindi solo una risposta agli eventi specifici accaduti a Napoli, ma un grido di speranza e un appello a un futuro di pace e giustizia.

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