La Procura Generale di Napoli, guidata dal procuratore Aldo Policastro, ha promosso un’iniziativa cruciale per affrontare le complesse sfide legate alla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, al contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo.
Il confronto, con un secondo incontro tenutosi il 26 novembre, ha coinvolto un ampio spettro di attori istituzionali: procure della Repubblica del distretto, Gruppo di Lavoro specializzato, forze dell’ordine, rappresentanti di INL, ASL, INPS e INAIL, a seguito di un primo tavolo del 17 ottobre che aveva visto la partecipazione di sindacati e associazioni datoriali.
L’obiettivo primario non è semplicemente l’individuazione di buone pratiche investigative, ma la creazione di un sistema integrato e proattivo.
La constatazione emersa è che la frammentazione delle competenze e l’isolamento informativo tra le diverse agenzie ostacolano un’efficace risposta ai fenomeni di infortuni sul lavoro, malattie professionali, caporalato e sfruttamento.
La ricchezza di dati, conoscenze e informazioni detenute da ciascun organo, se condivisa e coordinata, può fornire una visione d’insieme molto più completa e consentire interventi mirati e complementari.
Si è unanimemente riconosciuto il valore imprescindibile di una cooperazione sinergica, che trascenda i confini delle singole competenze istituzionali.
L’approccio “a silos”, tipico di un’amministrazione pubblica spesso compartimentata, risulta inadeguato per affrontare la complessità di questi crimini, che spesso si intrecciano e si alimentano a vicenda.
La prevenzione, in particolare, richiede un’azione concertata, che coinvolga attivamente tutti gli attori rilevanti, dalla fase di pianificazione all’esecuzione.
A seguito di questa analisi, sono stati costituiti due gruppi di lavoro specifici: uno dedicato alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, l’altro focalizzato sul caporalato e lo sfruttamento lavorativo.
Questi gruppi avranno il compito di sviluppare linee guida investigative comuni, favorendo la condivisione di metodologie e tecniche, e promuovendo una cultura della collaborazione tra le diverse agenzie.
Il prodotto atteso entro la fine dell’anno è un protocollo d’intesa formale, che definisca in modo preciso le modalità di cooperazione e le responsabilità di ciascun soggetto coinvolto.
Questo protocollo non si limiterà a definire procedure operative, ma si prefigge anche di stabilire meccanismi di monitoraggio e valutazione, per verificare l’efficacia delle azioni intraprese e apportare eventuali correzioni.
L’obiettivo finale è quello di rafforzare significativamente la capacità dello Stato di proteggere i lavoratori, prevenire i reati e contrastare l’illegalità nel mondo del lavoro, promuovendo al contempo un ambiente lavorativo più sicuro, dignitoso e rispettoso dei diritti fondamentali di ogni lavoratore.
Si auspica, inoltre, che questo modello possa essere replicato in altre aree geografiche, contribuendo a creare una rete nazionale di collaborazione e condivisione di buone pratiche.






