L’analisi de “Il Sole 24 Ore” sulla qualità della vita, con l’area metropolitana di Napoli posizionata al centoquattordicesimo posto nazionale, rappresenta un campanello d’allarme, pur indicando un modesto avanzamento rispetto alla passata rilevazione.
Il dato, però, non può essere interpretato isolatamente, ma come sintesi di una complessità strutturale che affligge il territorio.
Come ha osservato il sindaco Gaetano Manfredi, la classifica, pur nella sua limitatezza, riflette una realtà economica ancora profondamente segnata da disuguaglianze e marginalità.
La rilevazione, focalizzandosi prevalentemente su parametri economici, evidenzia la persistenza di criticità che vanno ben oltre il mero dato statistico.
Il posizionamento attuale, pur con il piccolo progresso segnalato, non cancella la presenza di ampie fasce di popolazione che vivono in condizioni di fragilità, spesso generate da un intreccio di fattori socio-economici e territoriali.
In particolare, la disoccupazione, soprattutto giovanile, continua a rappresentare una sfida cruciale per lo sviluppo locale, alimentando un circolo vizioso di esclusione sociale.
L’accesso al mercato del lavoro per le donne, inoltre, resta ostacolato da barriere culturali e strutturali che limitano le loro opportunità e contribuiscono a perpetuare un divario di genere ancora troppo ampio.
È imperativo, dunque, riconoscere che il miglioramento quantificabile dalla classifica non deve indurre a compiacenza, bensì stimolare un’azione più incisiva e mirata.
Un’azione che non si limiti a interventi emergenziali, ma che agisca sulle cause profonde delle disuguaglianze, promuovendo politiche attive per l’occupazione, investendo in istruzione e formazione professionale, sostenendo l’imprenditoria locale e rafforzando i servizi sociali.
La sfida è quella di trasformare la fragilità in resilienza, la marginalità in opportunità, la disuguaglianza in equità.
Un percorso che richiede un impegno collettivo, una visione strategica a lungo termine e una profonda comprensione delle dinamiche sociali ed economiche che plasmano il territorio.
Solo così si potrà costruire una Napoli più giusta, inclusiva e capace di offrire a tutti i suoi cittadini una reale opportunità di crescita e di benessere.
Il dato de “Il Sole 24 Ore” è un punto di partenza, non un punto di arrivo.






