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mercoledì 12 Novembre 2025

Napoli: Scoperto traffico illecito di salme legato al clan D’Alessandro

L’inchiesta in corso a Napoli ha svelato un sistema fraudolento e macabro, orchestrato da una società di trasporto pazienti collegata al clan D’Alessandro, che operava nell’area di Castellammare di Stabia e dintorni.

Le indagini, condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno portato al sequestro della suddetta società e all’arresto di due individui: un prestanome, figura chiave nell’occultamento della vera proprietà, e un presunto affiliato, coinvolto direttamente nell’esecuzione del piano.
Il modus operandi, rivelato dalle acquisizioni investigative che si concentrano principalmente tra aprile e luglio 2021, ma che lascia presagire una portata ben più ampia, contravviene in modo plateale alle normative vigenti.

Il protocollo stabilisce che il trasferimento di una salma da una struttura sanitaria debba essere affidato esclusivamente a imprese di pompe funebri preventivamente autorizzate dal Comune.

Il clan, con un’audacia e una spregiudicatezza che denunciano la pervasività della criminalità organizzata, ha aggirato questa restrizione attraverso una manipolazione documentale di proporzioni inquietanti.
Invece di adempiere alle procedure corrette, i pazienti deceduti venivano, in realtà, trasferiti direttamente a domicilio, mantenendo contestualmente una registrazione ufficiale che attestava la loro condizione di vivi.
Questa pratica, oltre a violare in modo grave la dignità della persona defunta e dei suoi cari, consentiva alla società collegata al clan di eludere i controlli, evadere fiscalmente e generare profitti illeciti.
L’accusa implica una precisa strategia di frode, mirata a sfruttare il sistema sanitario e a perpetuare un’attività illegale sotto la maschera della legittima assistenza.

L’inchiesta sottolinea un punto cruciale: la manipolazione delle registrazioni mediche e amministrative non è un episodio isolato, ma parte di un sistema più ampio, che coinvolge probabilmente anche personale interno alle strutture sanitarie.

Si ipotizzano complicità e collusioni che richiedono un’indagine approfondita per accertare le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti.

Questo caso non solo mette in luce la capacità del clan D’Alessandro di infiltrarsi e controllare settori vitali come quello dei servizi funebri, ma solleva interrogativi urgenti sulla vulnerabilità delle istituzioni e sulla necessità di rafforzare i controlli e la trasparenza nell’erogazione dei servizi pubblici, con particolare attenzione alla tutela della dignità umana, anche nel momento del decesso.
L’indagine continua, con l’obiettivo di ricostruire l’intera rete di relazioni e di identificare tutti i responsabili di questa grave violazione di legge e di etica.

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