Un’onda di voci e striscioni ha attraversato oggi le strade di Napoli, un corteo studentesco vibrante e determinato a esprimere un profondo malcontento.
Partito da Piazza Garibaldi, il corteo ha fatto eco al movimento #Nomeloniday, un’iniziativa nazionale che anima diverse piazze italiane con un messaggio chiaro: una radicale revisione del presente e del futuro.
La protesta non si è limitata a un semplice dissenso; si è configurata come un atto simbolico e denso di significato.
Una bara, ornata da un fiore e una croce, ha marciato al fianco degli studenti, rappresentando il presunto declino, l’agonia, di una scuola pubblica che si sente compromessa, svuotata dei suoi valori fondanti: laicità, impegno antifascista, apertura al pensiero critico.
Le istanze sollevate dal corteo sono molteplici e intrecciate, un mosaico di preoccupazioni che riflettono la sensibilità e la consapevolezza delle nuove generazioni.
La tragedia umanitaria in corso a Gaza ha acceso un’ondata di indignazione, con gli studenti che rivendicano un’attenzione globale e un impegno concreto per la giustizia e la pace.
Al centro della protesta si pone una critica radicale alla crescente militarizzazione del sapere.
Non si tratta solo di una preoccupazione per l’aumento delle spese militari, ma di una riflessione più ampia sulla natura della conoscenza e sul suo utilizzo.
Gli studenti temono che l’educazione stia diventando uno strumento per la propaganda e per la formazione di cittadini conformi, privi di spirito critico e incapaci di mettere in discussione lo status quo.
La questione climatica, infine, emerge come un altro pilastro della protesta.
Gli studenti rivendicano un’inversione di rotta totale rispetto alle politiche ambientali attuali, ritenute insufficienti e inefficaci per affrontare l’emergenza climatica.
Chiedono azioni concrete e ambiziose per proteggere il pianeta e garantire un futuro sostenibile per le prossime generazioni.
Il corteo di Napoli, dunque, non è stato semplicemente una manifestazione studentesca, ma un grido di speranza e di cambiamento, un appello a una società più giusta, pacifica e sostenibile, dove l’istruzione sia un motore di emancipazione e la conoscenza un bene comune da custodire e diffondere.
Un monito per le istituzioni e una sfida per il futuro.







