La tragica scomparsa di tre lavoratori, precipitati nel vuoto a seguito del crollo di un cestello elevatore a Napoli, ha immediatamente innescato un’indagine approfondita da parte della Procura, guidata dal Procuratore Aggiunto Antonio Ricci e dal Sostituto Stella Castaldo.
L’inchiesta non si limita a definire la dinamica dell’incidente, ma si propone di sviscerare le responsabilità, i possibili errori procedurali e le omissioni che hanno portato a questa drammatica perdita di vite umane.
L’ipotesi più immediata, quella del cedimento strutturale, è attualmente al vaglio degli inquirenti.
Si ipotizza che il cestello, gravato da un carico superiore a quello per cui era progettato – comprendente i tre operai e un ingombrante rotolo di bitume – abbia superato il limite di resistenza della colonna di sostegno, provocandone il ribaltamento e la conseguente caduta nel vuoto.
Tuttavia, questa è solo una delle piste seguite.
L’indagine si concentra ora sull’analisi meticolosa dei dati tecnici del cestello, verificando la sua conformità alle normative vigenti, l’efficacia dei controlli periodici e la correttezza delle operazioni di manutenzione.
Parallelamente, viene esaminata l’integrità strutturale dell’intera colonna a cui il cestello era agganciato, valutando la qualità dei materiali utilizzati, la correttezza delle tecniche di costruzione e la presenza di eventuali difetti preesistenti.
La Procura non si limiterà a ricostruire la sequenza degli eventi, ma approfondirà la verifica della regolarità della posizione dei lavoratori, esaminando i documenti relativi ai loro contratti, alle loro qualifiche, alle loro abilitazioni e ai corsi di formazione specifici.
Saranno inoltre controllati gli aspetti legati all’organizzazione del lavoro, accertando se siano state rispettate le norme di sicurezza, se siano state fornite adeguate informazioni sui rischi presenti e se siano state attuate misure di prevenzione e protezione adeguate.
L’indagine mira a comprendere se l’incidente sia stato causato da un evento imprevedibile o da una concatenazione di negligenze, omissioni o violazioni delle norme di sicurezza.
Si valuterà la possibilità di contestare accuse che potrebbero includere lesioni colpose, omicidio colposo, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e, potenzialmente, reati contro l’amministrazione pubblica.
La documentazione richiesta, inclusi manuali operativi, certificazioni di conformità, verbali di collaudo e registri di manutenzione, è fondamentale per delineare un quadro completo e per identificare eventuali responsabili, che potrebbero essere figure interne all’azienda, dirigenti, tecnici, responsabili della sicurezza o anche soggetti esterni coinvolti nella progettazione, costruzione o manutenzione delle attrezzature.
L’obiettivo finale è quello di accertare la verità, assicurare alla giustizia i responsabili e, soprattutto, evitare che tragedie simili si ripetano in futuro.