Nel cuore pulsante del porto di Napoli, si è inaugurato un luogo di memoria e di speranza: il Sacrario dedicato a Papa Francesco, un complesso di reliquie che custodisce i resti di vite spezzate, testimonianze silenziose di un’umanità ferita. La cerimonia, suggestiva e carica di significato, ha visto la partecipazione di autorità civili e militari, del Cardinale Arcivescovo Domenico Battaglia, e rappresentanti di una rete globale di organizzazioni della società civile.Michele Capasso, segretario generale degli Stati Uniti del Mondo, ha introdotto l’evento, sottolineando l’urgenza di un cambiamento profondo nel panorama contemporaneo. Ha presentato un potente simbolo: il telo intriso di dolore donato dalla dottoressa Alaa al-Najjar, pediatra dell’ospedale Nasser di Khan Jounis, testimone del tragico destino dei suoi nove figli e del marito, vittime di un attacco a Gaza. “Viviamo una carestia di amore, di gioia e di speranza,” ha esclamato Capasso, denunciando un egoismo suicida che erode il tessuto stesso dell’umanità.Il Sacrario si distingue per la sua unicità: voluto da Papa Francesco dieci anni fa con le reliquie dei migranti dispersi in mare, è stato ampliato per includere i resti delle vittime delle guerre, dei bambini morti di fame e simboli rappresentativi delle “città martiri” del mondo, grazie a un accordo con le Nazioni Unite. Il gesto più toccante è stato il momento in cui il Cardinale Battaglia ha stretto tra le mani il telo della dottoressa palestinese, un reliquiario di sangue e memoria, segnato dai nomi dei suoi figli.L’evento si è concluso con un potente grido di “Basta!” ripetuto tre volte, una denuncia esplicita contro ogni forma di conflitto, terrorismo e violenza. Un’urna ulteriore, contenente le reliquie dei caduti nei principali conflitti contemporanei – Ucraina, Russia, Israele, Palestina, Siria, Yemen, Sudan e altri – e provenienti dalle città martiri del XX e XXI secolo – da Gernika a Sarajevo, da Hiroshima a Srebrenica, da Dresda a Napoli, da Casablanca a Saigon, da Beirut a Marsiglia, da Khartum a Goma, da Caracas a Ypres, da Naypyidaw a Pearl Harbor, da Bucha a Gaza, da Nagasaki ad Aleppo – ha ulteriormente ampliato la portata simbolica del Sacrario.Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha riconosciuto l’impegno costante di Michele Capasso nel promuovere la pace, lodando la figura di Papa Francesco come un pontefice che ha costruito ponti tra culture, nazioni e persone, incarnando i valori della libertà, della giustizia e della verità. In continuità con l’eredità di Francesco, il nuovo Pontefice Leone XIV ha dimostrato una ferma determinazione nel perseguire la pace, incarnando gli ideali promossi nel suo primo ingresso nell’umanità.L’evento, celebrato in concomitanza con il 160° anniversario del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, ha visto la collaborazione di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, UNAOC e l’ICESCO, rafforzando il messaggio di un impegno globale per la pace e la memoria. Il Sacrario non è solo un luogo di ricordo, ma un invito all’azione, un monito a non dimenticare il costo della guerra e un faro di speranza per un futuro di pace e riconciliazione.
Napoli, un Sacrario per la Pace: Memoria e Speranza per il Mondo.
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