venerdì 8 Agosto 2025
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Napoli, Zone Rosse: il TAR frena, un campanello d’allarme.

La recente decisione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania suona come una campanella d’allarme per l’equilibrio tra sicurezza pubblica e garanzia delle libertà costituzionali, in particolare nel contesto urbano complesso di Napoli.
Il TAR ha dichiarato illegittima la proroga delle cosiddette “zone rosse”, provvedimenti restrittivi che il Prefetto di Napoli aveva introdotto con l’intento di rispondere a problematiche di ordine pubblico radicate e stratificate nel tempo, esacerbate da dinamiche sociali intricate e dall’aumento dei flussi turistici.

La sentenza, lungi dall’essere una semplice questione giuridica, solleva interrogativi più ampi sulla legittimità di ricorrere a misure straordinarie e permanenti in risposta a sfide urbane che, per loro natura, richiedono un approccio strutturale e non meramente repressivo.
La decisione del TAR si pone in contrasto con una direttiva, emanata a livello nazionale a partire dalla fine del fino ad oggi, che incoraggiava l’implementazione di zone rosse in diverse città italiane, una politica che il Tribunale giudica potenzialmente discriminatoria e lesiva dei diritti fondamentali.

Il ricorso, presentato da due consiglieri municipali e da associazioni attive nelle aree oggetto delle restrizioni, ha contestato la reiterazione dell’ordinanza, sostenendo una violazione dei principi cardine della Costituzione.
I giudici, analizzando il provvedimento del Prefetto Michele di Bari, hanno evidenziato come le motivazioni addotte non giustificassero l’invocazione di uno stato di emergenza grave, imprevisto e imprevedibile.

Al contrario, le problematiche descritte appaiono come manifestazioni ordinarie di una grande città, caratterizzate da disuguaglianze sociali, tensioni latenti e un’affluenza turistica concentrata in aree specifiche.
Il TAR ha rimarcato che tali situazioni richiedono strumenti ordinari di gestione, non deroghe ai principi costituzionali.

Inoltre, il Tribunale ha sottolineato che, anche ipotizzando l’esistenza di una situazione di emergenza, la durata prolungata (almeno nove mesi) della proroga, con la possibilità di ulteriori estensioni, compromette il principio di temporaneità che deve improntare i provvedimenti urgenti e contingenti.

Questo eccessivo lasso di tempo, a suo avviso, limita in modo sproporzionato la libertà di circolazione, un diritto inviolabile garantito dalla Costituzione.
La decisione del TAR rappresenta una vittoria per lo Stato di diritto, ristabilendo il primato della Costituzione e contrastando l’arbitrio amministrativo.

I ricorrenti, con i loro legali, Andrea Chiappetta e Stella Arena, hanno espresso soddisfazione per il risultato, interpretandolo come una valvola di sfogo per le libertà personali, troppo spesso sacrificate in nome della sicurezza.

I consiglieri municipali Chiara Capretti e Pino De Stasio hanno criticato l’uso strumentale dello stato di emergenza per eludere il confronto democratico, definendo la sentenza una sconfitta politica per la strategia securitaria del Governo.

La decisione del TAR invita ora a ripensare gli approcci alla sicurezza urbana, privilegiando soluzioni basate sulla prevenzione, l’inclusione sociale e il rafforzamento dei diritti civili, piuttosto che sull’imposizione di restrizioni indiscriminate e permanenti.

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