Un equipaggio straordinario si prepara a salpare, intraprendendo un viaggio che trascende i confini fisici, un’odissea interiore tanto quanto marittima. Undici giovani, tra i 10 e i 30 anni, membri di Acar Aps – Associazione Conto alla Rovescia e portatori di malattie rare scheletriche, saranno i protagonisti di “Ancora Noi”, un progetto che, dal 3 al 7 giugno, li vedrà protagonisti a bordo del brigantino a vela Nave Italia, per una navigazione significativa lungo la rotta Napoli-Messina.L’eco di Seneca risuona potente: “Nessun vento è favorevole al marinaio che non sa dove andare.” Ma quando la direzione è condivisa, anche l’oceano più vasto si rivela un rifugio, un laboratorio di crescita. Questo è il quinto anno consecutivo in cui Acar si affida alla Nave Italia, in un’iniziativa promossa da Fondazione Tender to Nave Italia e sostenuta dalla Marina Militare, un vero esempio di inclusione e formazione. A guidare questa avventura, due figure esemplari: ex partecipanti, cresciute all’interno dell’associazione e ora responsabili di progetto e vice, dimostrando come l’esperienza possa trasformarsi in leadership. Al loro fianco, la dottoressa Manila Boarini, luminare dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, da anni compagna di questo percorso, che ha consacrato i benefici di questa esperienza con rigorosi studi scientifici. La ricerca non solo conferma l’efficacia della navigazione come stimolo emotivo, ma ne evidenzia l’impatto profondo sul benessere psicologico e relazionale di questi giovani, spesso segnati da sfide fisiche e sociali.Il “Metodo Nave Italia”, un approccio innovativo che privilegia l’esperienza condivisa in mare aperto, si rivela un potente catalizzatore di resilienza. Come sottolinea Boarini, esso stimola il senso di autoefficacia, affina le capacità comunicative e promuove la capacità di affrontare l’incertezza, qualità essenziali per affrontare la vita. La trasparenza intrinseca della vita a bordo – “su una barca non si può fingere” – costringe ad un’onestà radicale con sé stessi e con gli altri, creando un ambiente propizio alla crescita personale. La vela, in questo contesto, si trasforma in un microcosmo terapeutico, un luogo dove le risorse interiori possono emergere e consolidarsi.Il mare, in questa metafora potente, non è solo un elemento geografico, ma un simbolo di cambiamento, un riflesso della trasformazione che avviene nel corpo, nell’espressione di sé e nella costruzione di relazioni basate sulla fiducia reciproca. Andrea Romeo, Presidente di Acar, ne coglie l’essenza: “Crediamo nel valore di percorsi autentici, dove ciascuno può mettersi in gioco senza maschere”. Salire a bordo di Nave Italia rappresenta per questi giovani una sfida interiore, un’opportunità per costruire legami veri e riscoprire la propria capacità di agire e di contribuire.Dopo cinque edizioni, questo progetto non è più semplicemente un’iniziativa, ma un elemento integrante del loro approccio educativo e relazionale. È diventato un modo per accompagnare la crescita, promuovere l’autonomia e coltivare l’amicizia, il tutto immersi in un’esperienza indimenticabile e profondamente significativa. È un viaggio che va oltre la rotta, un viaggio verso la scoperta di sé.
Navigazione Inclusiva: Giovani con Malattie Rare Affrontano la Sfida del Mare
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