La casa circondariale di Napoli Poggioreale accoglie una nuova leadership con l’insediamento della dottoressa Giulia Russo, dirigente con una solida carriera alle spalle, proveniente da un’esperienza significativa alla guida del carcere di Secondigliano.
La nomina segna una fase di rinnovamento per l’istituto, uno dei più complessi e popolosi d’Italia, in un contesto che richiede risposte concrete a problematiche stratificate e complesse.
L’approccio della dottoressa Russo si preannuncia improntato all’ascolto e alla comprensione, riconoscendo la centralità del ruolo della polizia penitenziaria, spesso chiamata a operare in condizioni di elevato stress e con risorse limitate.
La sua precedente esperienza a Secondigliano, un istituto con dinamiche interne particolarmente delicate, testimonia una capacità di gestione e di mediazione particolarmente sviluppata, elementi cruciali per affrontare le sfide che Poggioreale presenta.
Il miglioramento delle condizioni operative degli agenti rappresenta un nodo cruciale.
Si tratta non solo di garantire la sicurezza fisica, ma anche di fornire strumenti e supporto per la gestione delle tensioni, la prevenzione del burnout e la promozione del benessere psicologico.
Questo implica una riflessione profonda sulle procedure, sulla formazione continua e sulla valorizzazione del lavoro svolto dalla polizia penitenziaria, spesso al di là delle luci della ribalta.
L’Unione Sindacale di Polizia Penitenziaria (USPP), con i suoi rappresentanti Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, sottolinea l’importanza di una collaborazione sinergica tra la nuova direzione e le organizzazioni sindacali.
Questo confronto costruttivo non può limitarsi a una mera gestione delle emergenze, ma deve mirare a un ripensamento strutturale dell’istituto, affrontando le criticità che si accumulano nel tempo.
Si rende necessaria una valutazione accurata delle infrastrutture, che spesso versano in condizioni precarie, e un intervento mirato per garantire la sicurezza degli agenti e dei detenuti.
Parallelamente, è fondamentale investire in programmi di riabilitazione e reinserimento sociale dei detenuti, promuovendo l’accesso all’istruzione, alla formazione professionale e ai servizi di assistenza psicologica.
Un approccio olistico, che consideri il carcere non solo come luogo di espiazione della pena, ma anche come spazio di crescita personale e di preparazione al reinserimento nella società, è imprescindibile.
La nuova direzione, supportata dalla polizia penitenziaria e dalle organizzazioni sindacali, si troverà di fronte a una sfida complessa, che richiede coraggio, determinazione e una visione chiara del ruolo del carcere nella società contemporanea, mirando a un ambiente più sicuro, più umano e più orientato al futuro.







