Alle prime ore del mattino, la complessa area vulcanica dei Campi Flegrei ha manifestato una nuova attività sismica, registrata con magnitudo 2.6. L’evento, percepito in modo particolare nei quartieri periferici di Bagnoli e Fuorigrotta, a Napoli, ha riportato alla luce la dinamica geologica peculiare che caratterizza questa regione. La localizzazione precisa dell’epicentro, a una profondità di circa 2,3 chilometri sotto la zona di Agnano, suggerisce un’origine legata ai processi magmatici ancora in atto nel sottosuolo.I Campi Flegrei, un’area di interesse globale per la vulcanologia, rappresentano un esempio lampante di caldera vulcanica attiva. Questa struttura, formatasi a seguito di collassi di antichi vulcani, è alimentata da un sistema di camere magmatiche in profondità, le cui interazioni con le rocce circostanti generano una continua serie di fenomeni sismici, fumarolismo e deformazioni del suolo. La magnitudo 2.6, pur non essendo elevatissima, indica una liberazione di energia significativa e sottolinea la necessità di monitoraggio costante.La percezione dell’evento da parte della popolazione, estesa anche a zone distanti dall’epicentro, è un indicatore della sensibilità del territorio alle variazioni geologiche. La profondità relativamente ridotta dell’ipocentro ha amplificato l’intensità della scossa, facilitando la propagazione delle onde sismiche attraverso il suolo.Il monitoraggio dei Campi Flegrei è cruciale non solo per la valutazione del rischio sismico, ma anche per la comprensione dei meccanismi che governano l’attività vulcanica. Le reti di sismografi, gli strumenti di misurazione delle deformazioni del suolo (come i satelliti InSAR) e i sensori per la rilevazione dei gas vulcanici, forniscono dati preziosi per la modellazione dei processi in corso. L’evento di oggi si inserisce in un contesto di attività sismica di fondo, caratterizzata da frequenti micro-eventi e, occasionalmente, scosse di maggiore entità. La storia dei Campi Flegrei è segnata da eruzioni vulcaniche di grande portata, alcune delle quali hanno avuto un impatto significativo sulla popolazione e sull’ambiente circostante. La comprensione dei processi attuali e la previsione di eventuali future manifestazioni vulcaniche sono elementi fondamentali per la gestione del rischio e per la salvaguardia del territorio. La ricerca scientifica, in collaborazione con le istituzioni e le autorità civili, mira a fornire strumenti sempre più accurati per la valutazione e la mitigazione dei rischi vulcanici, garantendo la sicurezza delle comunità che vivono in questa affascinante, ma potenzialmente pericolosa, area vulcanica.
Nuova scossa ai Campi Flegrei: magnitudo 2.6 e preoccupazioni
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