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Operazione Ragnatela: Smascherata Rete Criminale nell’Agro Sottocostante

Operazione “Ragnatela”: Frustrata una Rete Criminale Radicata nel Cuore dell’Agro SottocostanteUn’operazione di portata epocale, denominata “Ragnatela”, ha portato alla luce e smantellato una complessa struttura criminale appartenente al clan Fezza-De Vivo, operante a Pagani e nel più ampio territorio dell’Agro Sottocostante.
L’azione congiunta di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, supportata da un’imponente forza di oltre 500 unità, ha eseguito 88 misure cautelari, rivelando l’entità di un’organizzazione radicata e ramificata, capace di condizionare la vita economica e sociale del territorio.

L’indagine, alimentata dall’arresto di Vincenzo Confessore, figura chiave del clan, ha permesso di ricostruire le dinamiche interne e i meccanismi di resilienza dell’organizzazione, svelando come, anche a seguito di precedenti arresti, la struttura fosse in grado di riorganizzarsi e perpetuare le proprie attività illecite.
L’operazione ha chiarito come la capacità di adattamento e la flessibilità interna abbiano permesso al clan di mantenere un controllo capillare sul territorio, sfruttando la paura e l’intimidazione per perpetrare una serie di crimini gravissimi.

Le accuse, che variano da associazione a delinquere di stampo mafioso a traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio, estorsione aggravata, detenzione illegale di armi e tentato omicidio, delineano un quadro allarmante.
Particolarmente significativa è l’emersione di un ruolo inedito e strategico delle donne all’interno dell’organizzazione.
Queste figure, agendo come intermediari e gestendo risorse finanziarie, hanno garantito la continuità operativa del clan, sopperendo all’assenza fisica dei leader carcerati e assicurando la trasmissione di direttive e ordini.
La gestione delle risorse finanziarie, il reinvestimento dei proventi illeciti e il riciclaggio di denaro sporco sono stati affidati a queste figure chiave, consolidando ulteriormente la loro posizione all’interno della gerarchia criminale.

L’attività criminale ha visto il movimento di ingenti quantità di sostanze stupefacenti: circa 600 chili di hashish, 100 chili di marijuana e 35 chili di cocaina, provenienti da Sud America, Spagna e Olanda.

Il clan si è avvalso anche di un arsenale bellico di notevole potenza, tra cui fucili Skorpion, Kalashnikov e pistole, celati in un covo scoperto dagli investigatori, e utilizzato per intimorire e controllare il territorio.

Un elemento cruciale dell’indagine è stato il successo ottenuto grazie alla collaborazione internazionale con le forze dell’ordine francesi, che ha permesso di decifrare le comunicazioni crittografate utilizzate dai membri del clan per coordinare le attività illecite.

Questo successo ha svelato i collegamenti internazionali e la sofisticazione delle tecniche di comunicazione utilizzate per eludere le indagini.

Parallelamente all’esecuzione delle misure cautelari, la Guardia di Finanza ha avviato un complesso procedimento di sequestro di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati, evidenziando la sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto, ulteriore prova della natura illecita delle attività intraprese.

L’operazione “Ragnatela” rappresenta un duro colpo per il clan Fezza-De Vivo e un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata, con l’obiettivo di restituire legalità e sicurezza alla comunità locale.

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