venerdì 10 Ottobre 2025
20.6 C
Napoli

Paupisi piange Elisa e Cosimo: funerali sotto una pioggia di lacrime

La commozione ha invaso Paupisi, nel beneventano, dove si sono celebrati i funerali di Elisa Polcino e del figlio Cosimo, vittime di un atto di violenza inaudita.

La preghiera dell’arcivescovo Felice Accrocca, un appello a un futuro immune da simili tragedie, ha permeato l’omelia, testimonianza di un dolore collettivo che si è manifestato in una partecipazione popolare commovente.

Le salme, giunte dall’ospedale di Benevento, hanno trovato accoglienza nella chiesa di Santa Maria del Bosco, un luogo sacro reso teatro di un lutto cittadino proclamato dal sindaco Salvatore Coletta, segno tangibile del profondo trauma che ha colpito la comunità.

L’affluenza è stata massiccia, un mare di volti velati dalla tristezza, accomunati dalla repulsione verso un evento che ha infranto la serenità di un intero paese.

Tra i presenti, il fratello e figlio Mario, e la figlia quindicenne ricoverata in ospedale con prognosi riservata, incarnano l’angoscia di una famiglia lacerata.
La loro presenza, fragile e spezzata, ha amplificato il senso di perdita e di ingiustizia che aleggiava nell’aria.
L’orrore si è consumato il 30 settembre: Salvatore Ocone, uomo con una storia di disturbi depressivi, ha perpetrato un atto brutale, consumando una tragedia familiare.
L’uso di un’arma contundente, una pietra, sottolinea la ferocia e la premeditazione del gesto, una violenza inaudita che ha colpito Elisa e i suoi figli nel sonno.

Il trascinamento dei corpi, segno di una disperazione e di una rabbia incontrollabile, aggiunge una dimensione ulteriore di raccapriccio.

La caccia all’uomo, durata un’estenuante dodici ore, ha tenuto con il fiato sospeso l’intera regione, culminando con la cattura nelle campagne attorno a Campobasso.
La confessione dell’uomo, resa dopo una notte trascorsa in caserma, non lenisce il dolore, ma offre forse una fragile chiave di lettura a un evento che sfida ogni comprensione razionale.

Questa tragedia non è solo una vicenda privata, ma una ferita aperta per l’intera comunità, un monito urgente sulla necessità di affrontare le problematiche della salute mentale, la violenza domestica e la fragilità umana.
Un’occasione per interrogarsi sulle cause profonde di un gesto così terribile e per costruire un futuro in cui la speranza possa prevalere sull’ombra della disperazione.
Il silenzio, rotto solo dai singhiozzi e dalle preghiere, testimonia la necessità di un profondo rinnovamento morale e sociale.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -