Pizza, Speranza e Riscatto: Un Nuovo Inizio a Roma

A Roma, un’iniziativa innovativa irrompe nel panorama della riabilitazione minorile: “Finché c’è pizza c’è speranza”, un progetto nato dall’associazione “Scugnizzi” che mira a offrire un percorso di reinserimento socio-lavorativo a giovani detenuti negli istituti penali capitolini.

L’idea, già consolidata con grande successo a Napoli attraverso la “Pizzeria dell’Impossibile”, si radica ora nella pizzeria Santa Rita, grazie all’ospitalità di Vincenzo Cordella, ex beneficiario dei programmi di formazione dell’associazione stessa, divenuto oggi imprenditore e sostenitore di questa preziosa opportunità.
Il cuore del progetto risiede nella trasmissione del mestiere della pizza, non solo come competenza professionale, ma come strumento di crescita personale, di acquisizione di responsabilità e di costruzione di un futuro alternativo alla marginalità e alla devianza.

I ragazzi coinvolti, provenienti da contesti spesso fragili e segnati da esperienze traumatiche, saranno affiancati da professionisti del settore e da educatori qualificati, che li guideranno non solo nell’apprendimento delle tecniche di panificazione e preparazione, ma anche nello sviluppo di competenze trasversali, come la comunicazione, il lavoro di squadra e la gestione dello stress.

L’iniziativa si configura come un approccio pedagogico olistico, che riconosce la centralità del lavoro come fattore di resilienza e di riscatto sociale.
Offrire una professione concreta significa per molti di questi giovani l’opportunità di ricostruire la propria autostima, di riconciliarsi con la legalità e di proiettarsi verso un futuro di dignità e autonomia.
Durante l’evento di presentazione, la presidente del Tribunale per i Minorenni di Napoli, Paola Brunese, ha sottolineato l’importanza di fornire ai giovani opportunità concrete per sottrarsi al rischio di recidiva, richiamando un celebre detto che incarna la fiducia nel potenziale umano.
La magistrata di Sorveglianza Margherita Di Giglio ha espresso con emozione la sua profonda convinzione che il percorso di reinserimento sia compiuto al di fuori delle strutture carcerarie, dove la possibilità di sperimentare la libertà e di costruire relazioni positive rappresenta un elemento cruciale per la maturazione personale.

“Finché c’è pizza c’è speranza” non è solo un progetto di formazione professionale, ma un atto di fiducia nel futuro dei giovani, un investimento nel capitale umano e un esempio virtuoso di come la collaborazione tra istituzioni, imprenditori e volontariato possa generare un impatto sociale positivo e duraturo.
Si tratta di un modello replicabile che dimostra come, attraverso il cibo e la convivialità, sia possibile ricostruire ponti, curare ferite e offrire a tutti una seconda possibilità.

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