venerdì 8 Agosto 2025
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Poggioreale: De Michele visita il carcere, tra sfide e progetti innovativi

La recente visita del Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Stefano Carmine De Michele, alla Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale, nell’ambito di un più ampio tour ispettivo che ha toccato Lazio e Abruzzo, rappresenta un atto simbolico e concreto di attenzione verso una realtà carceraria che, per dimensioni e complessità, incarna alcune delle sfide più urgenti del sistema giustizia italiano.
L’evento, che ha visto l’inaugurazione del cortile del padiglione Livorno, si configura non solo come un’occasione di verifica operativa, ma anche come un momento cruciale di dialogo e confronto tra istituzioni, magistratura, operatori del settore e, soprattutto, con il personale penitenziario che quotidianamente si confronta con le criticità del contesto carcerario.
Poggioreale, con la sua popolazione detenuta che la pone tra le strutture più affollate d’Europa, è un microcosmo di problematiche complesse, che vanno dal sovraffollamento – una condizione che incide negativamente sulla sicurezza e sulla vivibilità – alle problematiche sanitarie, fino alle necessità di supporto psicologico e alla formazione professionale.
La visita di De Michele ha offerto l’opportunità di affrontare direttamente queste tematiche, ascoltando le istanze provenienti dal personale e assumendo l’impegno a trovare soluzioni concrete, in linea con le direttive nazionali e le specificità locali.

Tuttavia, Poggioreale non è definibile unicamente in termini di difficoltà.

La struttura, pur gravata da pesi strutturali e logistici, dimostra una vitalità sorprendente, animata da progetti innovativi che mirano a promuovere la riabilitazione e il reinserimento sociale dei detenuti.
Il progetto “Evasioni Creative”, guidato dall’artista Lello Esposito, offre un’inaspettata valvola di sfogo espressivo in un ambiente rigidamente regolato, mentre l’iniziativa “Parole in libertà”, realizzata in collaborazione con “Il Mattino”, restituisce voce a detenuti, permettendo loro di condividere le proprie storie su una piattaforma nazionale.

L’accordo con l’Università Federico II, che ha dato vita al progetto “Valiamo la pena”, favorisce un profondo dialogo tra il mondo accademico e il carcere, stimolando la riflessione critica e l’ampliamento degli orizzonti culturali.
Anche l’esperienza della pizzeria interna, nata come progetto formativo, si è evoluta in un vero e proprio laboratorio di lavoro e di reinserimento, offrendo competenze spendibili nel mercato del lavoro.
Questi risultati incoraggianti sono il frutto dell’impegno sinergico di diverse figure chiave: dal direttore del carcere, Stefano Martone, alla provveditrice regionale Lucia Castellano, passando per i garanti dei detenuti, don Tonino Palmese e Samuele Ciambriello, fino al personale della Polizia Penitenziaria, che svolge un ruolo cruciale nel mantenimento dell’ordine e della sicurezza.
L’auspicio finale è che tale impegno possa essere ulteriormente rafforzato attraverso l’assegnazione di risorse umane specializzate, come agenti di prima nomina, educatori, volontari e collaborazioni con associazioni e università, al fine di costruire un sistema penitenziario più umano, efficace e orientato alla vera risocializzazione.

In un contesto caratterizzato da crescenti tensioni sociali e da un dibattito spesso polarizzato, l’attenzione verso le realtà carcerarie e la promozione di iniziative innovative rappresentano un investimento imprescindibile per la coesione sociale e per la costruzione di un futuro più giusto e inclusivo.

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