Nel cuore di Portico di Caserta, un episodio di violenza e gestione illecita di sostanze stupefacenti ha coinvolto due ragazzi tunisini di diciassette anni, alloggiati in una struttura di accoglienza per minori.
L’intervento dei Carabinieri, scaturito da una segnalazione di lite all’interno della comunità, ha portato all’arresto dei due adolescenti e al sequestro di materiale compromettente, sollevando interrogativi sulla sicurezza e l’efficacia dei sistemi di supporto per i minori stranieri.
L’irruzione dei militari, mirata inizialmente a placare la disputa tra gli ospiti, ha rapidamente evoluto in un’indagine più ampia.
La perquisizione ha rivelato un piccolo ma significativo laboratorio di spaccio improvvisato: 1,4 grammi di cocaina, presumibilmente destinati alla micro-distribuzione all’interno della struttura e nel territorio circostante, un bilancino di precisione, elemento cruciale per la dosatura accurata delle singole dosi, una somma contante di 400 euro, verosimilmente provento dell’attività illecita, e uno spray al peperoncino, potenzialmente utilizzato per dissuadere intrusioni o per fini di autodifesa.
La dinamica dell’arresto è stata caratterizzata da un’escalation di comportamenti ostili e violenti.
La reazione dei due minorenni, fin dal primo contatto con le forze dell’ordine, ha manifestato una marcata tensione e un rifiuto all’autorità.
Uno dei ragazzi ha tentato attivamente di eludere il controllo fisico, aggredendo i Carabinieri in un gesto di resistenza.
Successivamente, durante il trasferimento in auto di servizio, l’altro ha sfregiato l’abitacolo danneggiando il finestrino posteriore con una serie di calci, un atto vandalico che ha evidenziato un’acuta mancanza di rispetto per il patrimonio pubblico e un profondo disagio interiore.
La destinazione dei due adolescenti è stata l’Istituto Penitenziario Minorile dei Colli Aminei a Napoli, un luogo di detenzione e riabilitazione che si trova ora a dover accogliere due individui segnati da un percorso di vita complesso e potenzialmente traumatico.
L’episodio pone l’accento sulla necessità di un’analisi approfondita delle dinamiche sociali e psicologiche all’interno delle strutture di accoglienza per minori stranieri, e sull’importanza di un approccio multidisciplinare che coinvolga operatori sociali, psicologi ed educatori, al fine di favorire l’integrazione, la responsabilizzazione e il reinserimento sociale di questi giovani vulnerabili.
Restano aperte domande cruciali: quali sono le cause profonde che hanno spinto questi ragazzi a intraprendere un percorso così pericoloso? Quali misure possono essere implementate per prevenire il ripetersi di tali episodi e per offrire a questi adolescenti una reale opportunità di riscatto?








