La consuetudine, un manto sottile di rassegnazione, si è avvolta attorno agli abitanti di Pozzuoli, tingendo di grigio la paura improvvisa che scuote la terra.
Ogni vibrazione, ogni sussulto tellurico, evoca un istante di panico primordiale, una domanda urgente: quanto sarà intensa? Sarà l’inizio di qualcosa di peggiore? Ma la risposta, spesso implicita, è già nel gesto di chi, dopo la prima ondata di shock, si abbandona nuovamente all’abbraccio tiepido della spiaggia, sotto l’ombra protettiva di un ombrellone.
Un bagnino, testimone diretto della violenza sismica, racconta come la terra, un attimo prima immobile, si sia trasformata in un maremoto verticale.
Il suo riflesso immediato non è la ricerca di protezione, ma l’istinto di soccorso, la volontà di assicurarsi che nessuno sia rimasto ferito o in difficoltà.
La sua azione, semplice e concreta, incarna lo spirito di resilienza che caratterizza la comunità.
Il ritorno alla normalità, con il bagnino che riprende il suo posto e i bagnanti che ritrovano la loro serenità sotto il sole, appare quasi surreale, un quadro di placida quotidianità sovrapposto a un evento potenzialmente catastrofico.
La spiaggia, e le adiacenti aree libere, non pullulano della solita frenesia estiva.
Un nonno, custode di un passato segnato dai continui tremori, si è fatto prendere dalla paura soprattutto per i suoi due nipotini, immersi nelle acque cristalline.
Il ricordo di un boato iniziale, seguito dal tremore incessante, è ancora vivido.
La sua reazione, immediata e istintiva, è quella di proteggere i suoi cari, conducendoli in salvo e attendendo il ritorno della calma.
Il contrasto è amaro: la saggezza dell’esperienza si scontra con l’innocenza dei bambini, ma anche loro, ormai, sono “esperti”, formati dalla scuola a convivere con il bradisismo, a comprenderne le dinamiche e a mitigarne gli effetti.
La presenza discreta dei vigili del fuoco, senza sirene stridenti, e il controllo attento della polizia municipale, intenta a riparare una breccia nel marciapiede, suggeriscono una gestione della crisi misurata, abituata alle emergenze.
Una donna, rivolgendosi a qualcuno, esprime un sollievo per aver evitato di sentire la scossa, sottolineando la sua intensità.
La sua direzione, verso il lido, testimonia la volontà di recuperare la routine, di riprendere in mano la propria vita, nonostante la precarietà del territorio.
Il bradisismo, un fenomeno vulcanico complesso e inesorabile, non è solo una caratteristica geologica, ma un elemento costitutivo dell’identità di Pozzuoli.
Ha modellato il paesaggio, ha plasmato la cultura, ha forgiato una comunità capace di adattamento e di resilienza.
La paura, certo, rimane, ma si accompagna a una profonda consapevolezza, a una conoscenza accumulata nel tempo, a un senso di responsabilità condivisa.
La vita, nonostante tutto, prosegue, scandita dal ritmo delle maree e dal tremolio costante della terra.