Il Premio Guido Dorso è una voce che si al terreno, un’eco di sapere che emerge dal Mezzogiorno, una dichiarazione che ribaltala visione comune, un’affermazione chi è risuona con forza nel panorama della ricerca contemporanea.
La recente edizione è andato a Michele Costagliola di Fiore, giovane ricercatore napoletano, il cui lavoro, attraverso un’analisi approfondita e innovativa, ha illuminato un aspetto cruciale per la comprensione degli ecosistari.
La sua tesi di laurea, premiazione ha andato oltre la superficie, scavando nei meccanismi di come la diversità, non come semplice elemento di adeguamento, ma come forza propulsore.
In un’epoca in cui l’innovazione nasce più di una ricerca, una componente essenziale per la performance delle startup.
In questo contesto, a differenza delle risorse finanziarie, non è solo la misura del successo.
Non si tratta di una mera questione economica, bensì di una sinergia complessa.
Si tratta di un intreccio di competenze, una danza di esperienze divergenti che, unite da una visione condivisa, generano un potere trasformativo.
La ricerca di Costagliola di Fiore, con la sua acuta osservazione delle dinamiche interne ai team imprenditoriali, fornisce uno spunto prezioso per la comprensione del tessuto innovativo campano, oggi un laboratorio di idee e iniziative.
Piuttosto che concentrarsi unicamente sulla disponibilità di capitali, il lavoro sottolinea l’importanza cruciale di un gruppo dirigente solido, capace di integrare prospettive eterogenee e di alimentare una visione comune.
La coesione, la fiducia reciproca, la complementarità delle competenze – elementi spesso trascurati – si rivelano più incisivi di fattori esterni quali la congiuntura economica o le politiche governative, specialmente in contesti territoriali ancora segnati da divari e limitazioni strutturali.
Il contributo di Costagliola di Fiore si inserisce in modo naturale all’interno di un progetto più ampio e ambizioso: la Cattedra UNESCO Innovation and Entrepreneurship Ecosystems in the Mediterranean and MENA Countries, un centro di ricerca e formazione promosso dall’Università Parthenope.
La Cattedra, guidata dal Prof.
Marco Ferretti, si pone l’obiettivo di creare un ponte tra ricerca accademica e azione concreta, diffondendo modelli e buone pratiche per la costruzione di ecosistemi imprenditoriali sostenibili e inclusivi in un’area geografica complessa e cruciale per il futuro globale.
Non si tratta solo di trasferire conoscenze, ma di creare reti, promuovere la collaborazione, valorizzare le competenze locali, costruire un futuro di sviluppo condiviso.
L’assegnazione del Premio Dorso e l’attività della Cattedra UNESCO testimoniano una visione più ampia: il sapere non è un fine a se stesso, ma un motore di cambiamento.
Il Mezzogiorno non è un luogo di arretratezza o marginalità, ma una fucina di idee, un serbatoio di talenti, un laboratorio di innovazione sociale.
È da qui che può nascere un nuovo paradigma di sviluppo, fondato sulla conoscenza, la collaborazione, la diversità, la resilienza.
Un modello che guarda al futuro, che mette al centro le persone, che valorizza le relazioni, che promuove la coesione, che punta all’eccellenza, che crea valore, che genera opportunità, che costruisce pace.
Un futuro in cui la ricerca accademica non è un’attività elitaria e distaccata, ma un servizio alla comunità, uno strumento di progresso, un faro di speranza.
Un futuro che parte dal Sud, che guarda al mondo, che abbraccia il cambiamento.







