lunedì 29 Settembre 2025
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Proiettile a una messa: sgomento e interrogativi per Don Patriciello

L’episodio avvenuto durante la celebrazione delle 10, una messa dedicata ai bambini, ha lasciato un segno profondo in don Maurizio Patriciello, come egli stesso ha confessato ai microfoni della Rai.
La consegna di un proiettile racchiuso in un foglio di carta, avvenuta proprio in quel contesto sacro, durante la partecipazione dei più piccoli alla comunione, rappresenta un’irruzione inattesa e sconcertante nella routine pastorale.
Il sacerdote esprime un misto di sgomento e dolore, sottolineando il valore intrinseco della comunità infantile come sacramento vivente, un’esperienza formativa e spirituale che dovrebbe essere protetta e nutrita con cura.
L’atto, compiuto in sua presenza e davanti a quei bambini innocenti, trascende la semplice minaccia fisica e si configura come un attacco al significato stesso della fede e dell’innocenza.
Le parole pronunciate dall’uomo che ha materialmente consegnato il proiettile – “Mi ci hanno mandato” – aprono un ventaglio di interrogativi complessi.

Non si tratta, presumibilmente, di un gesto spontaneo o isolato, ma di un’azione premeditata, orchestrata da soggetti esterni.

L’indagine dovrà necessariamente concentrarsi sull’identificazione di tali mandanti e sulla comprensione delle motivazioni che li hanno spinti a compiere un simile gesto.

Questo atto non può essere interpretato come un evento privo di implicazioni più ampie.

Potrebbe rappresentare un tentativo di intimidazione, un segnale di disagio sociale, o una manifestazione di ostilità nei confronti della Chiesa e delle sue istituzioni.
La vicenda sollecita una riflessione più profonda sulla fragilità delle comunità e sulla necessità di promuovere la cultura della legalità e del rispetto.
Don Patriciello, con la sua testimonianza, invita a non cedere alla paura e a continuare a costruire ponti di dialogo e di accoglienza, affinché simili episodi non si ripetano e la fede possa continuare a fiorire nell’innocenza dei bambini.
L’evento, pur nella sua drammaticità, può diventare un’occasione per rafforzare la consapevolezza della responsabilità collettiva nella salvaguardia della sicurezza e della serenità di tutti.

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