Un’ombra si è allungata sul tessuto sociale del Sannio e dell’Irpinia, svelando un’organizzazione criminale ramificata che ha sfruttato in modo subdolo e opportunistico le risorse di un’istituzione dedita alla salvaguardia della comunità: la Protezione Civile.
Al termine di un’articolata indagine, condotta dalla Polizia di Stato di Benevento sotto la direzione della DDA e coordinata dai magistrati Woodcock e Di Lauro, sono stati arrestati sette individui, accusati di aver costituito e gestito un’associazione per il traffico illecito di stupefacenti, attività che affianca accuse di tentata estorsione e detenzione illegale di armi.
L’abilità e la perizia dei criminali si sono manifestate nella scelta di un veicolo abbandonato, appartenente alla Protezione Civile (un’entità del tutto estranea alle accuse e alle attività illecite), come strumento per i loro spostamenti.
Questo espediente, volto a confondere le acque e a celare le loro tracce, ha permesso loro di operare con una relativa libertà tra le province di Benevento e Avellino.
La svolta decisiva nelle indagini è stata la sofisticata attività di intercettazione, con l’installazione di microspie all’interno del veicolo.
Questa operazione, eseguita sotto rigorosa supervisione legale, ha permesso agli inquirenti di ricostruire dettagliatamente i movimenti della banda, identificando le aree di spaccio, i luoghi di stoccaggio della droga e i contatti chiave all’interno dell’organizzazione.
Il gruppo criminale, con una struttura complessa e articolata, si è rivelato operante in sinergia tra le due province, sfruttando connessioni consolidate e dinamiche di potere radicate nel territorio.
I sette arrestati, di cui cinque in custodia cautelare e due agli arresti domiciliari, dovranno rispondere dell’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, un reato particolarmente grave che sottolinea la natura strutturata e la pericolosità dell’organizzazione.
Le indagini, oltre all’impiego di sofisticate tecniche di sorveglianza elettronica, hanno beneficiato del prezioso contributo dell’unità cinofila e del Reparto Volo della Questura di Napoli, che hanno fornito supporto logistico e operativo in diverse fasi dell’operazione.
L’inchiesta ha inoltre portato alla luce episodi inquietanti di violenza e intimidazione, tra cui minacce con un’arma da fuoco rivolte a un individuo, precedentemente aggredito e costretto a saldare un debito attraverso la coercizione fisica.
Questo elemento testimonia la brutalità e la spietatezza della banda, disposta a ricorrere a qualsiasi mezzo per perseguire i propri interessi illeciti.
Il sequestro di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, documentato durante le perquisizioni e gli arresti, conferma l’entità del traffico illecito gestito dall’organizzazione, che ha contribuito a corrompere il tessuto sociale e a compromettere la sicurezza dei cittadini.
L’operazione, oltre a smantellare una pericolosa rete di narcotraffico, rappresenta un monito sulla necessità di vigilanza e collaborazione tra le istituzioni e le forze dell’ordine per contrastare efficacemente la criminalità organizzata e tutelare la legalità.







