Nel delicato rituale della commemorazione dei defunti, un movimento civico, Prima Ravello, propone una riflessione inedita e un cambio di paradigma nell’espressione del cordoglio e del ricordo.
La consuetudine di illuminare i cimiteri, gesto simbolico di luce e presenza, viene reinterpretata alla luce di una crescente consapevolezza ambientale e sociale.
L’idea centrale non è l’abolizione di una tradizione radicata, ma la sua trasmutazione in un atto di generosità concreta.
Invece di investire in illuminazione temporanea, i fondi risparmiati verrebbero destinati a sostenere associazioni che operano a favore di chi vive in condizioni di difficoltà.
Un gesto, questo, che intende proiettare la luce del ricordo non solo sui defunti, ma anche sui vivi che necessitano di aiuto.
L’immagine di una lampadina spenta verrebbe sostituita da una croce simbolica, un segno di fede e di speranza, accompagnata da una dichiarazione che esplicita l’atto di beneficenza compiuto in memoria dei propri cari.
L’intento è quello di nobilitare il gesto del cordoglio, trasformandolo in un’azione positiva che contribuisce al benessere della comunità.
L’iniziativa si fonda sulla convinzione che i defunti, animati da un amore universale, apprezzerwano gesti altruistici e solidali più di luci effimere.
Si tratta di un invito a ripensare il significato del lutto, non come momento di chiusura e addoloramento esclusivo, ma come opportunità per dimostrare amore e compassione verso il prossimo.
Questa proposta rappresenta una sfida al conformismo, un appello a superare le abitudini consolidate per abbracciare un approccio più responsabile e orientato al bene comune.
Non si tratta di negare il valore del ricordo, bensì di sublimarlo, trasformandolo in un atto di amore disinteressato che illumina il cammino di chi soffre, perpetuando così la memoria dei defunti in un gesto di solidarietà e speranza.
Il cambiamento, seppur modesto, incarna una visione di comunità più coesa e consapevole, dove il lutto si coniuga con la generosità e la compassione.