La Cittadella Giudiziaria di Salerno si è trasformata in teatro di un’affluenza emotiva e partecipata, un palcoscenico improvvisato dove la speranza nella giustizia e la lealtà verso un uomo, il colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo, si sono espresse in modo tangibile.
Da Lazio e Sicilia, oltre che dalle province circostanti, sono giunti cittadini mossi dalla sete di chiarezza e dal desiderio di assistere al corretto svolgimento della giustizia, in un procedimento delicato come quello che vede coinvolto il militare sotto inchiesta per l’omicidio del sindaco-pescatore Angelo Vassallo.
Il presidio di solidarietà, un mosaico di volti amici, ex colleghi e semplici cittadini, ha creato un fronte visibile e coeso, scandito dalle magliette con la dicitura “Io sto con Fabio Cagnazzo” e dallo striscione che inneggiava a “Verità e giustizia anche per Fabio Cagnazzo”.
L’evento non è stato una mera dimostrazione di supporto, ma una riaffermazione di principi fondamentali: l’importanza di un giusto processo, il diritto alla presunzione d’innocenza e la necessità di un’indagine approfondita e imparziale.
“Siamo qui per testimoniare la nostra vicinanza a Fabio e per esigere la verità processuale,” ha esplicitato un amico stretto del colonnello, sottolineando una profonda convinzione nell’innocenza del militare.
La sua testimonianza ha puntato il dito contro la possibilità che Cagnazzo possa essere strumentalizzato, trasformato in un “capro espiatorio” in una vicenda complessa e dolorosa.
Ripercorrendo il suo curriculum professionale, si è evidenziato come il colonnello abbia dedicato la sua carriera alla lotta contro la criminalità, arrestando numerosi latitanti e servendo con onore le istituzioni.
Questa dedizione, secondo i sostenitori, rende ancora più inaccettabile l’ipotesi di un coinvolgimento diretto nell’omicidio di Vassallo.
Il clima emotivo era palpabile, con la presenza della sorella del colonnello, un sostegno familiare che ha aggiunto un elemento di commozione all’evento.
Parallelamente, Antonio Vassallo, figlio del sindaco assassinato, ha fatto il suo ingresso nel Palazzo di Giustizia, dove si teneva la prosecuzione dell’udienza preliminare.
La sua presenza, silenziosa e rispettosa, ha creato un contrasto significativo con l’esplosione di solidarietà rivolta a Cagnazzo, sottolineando la complessità emotiva e le molteplici sfaccettature di una vicenda che ha profondamente scosso la comunità salernitana.
Il presidio, quindi, non è stato solo un atto di supporto a un uomo sotto accusa, ma anche una richiesta di verità a tutto tondo, un atto di rispetto verso la memoria di Angelo Vassallo e la ricerca di risposte che possano finalmente portare alla luce la verità.







