Salerno si è riversata nelle celebrazioni in onore di San Matteo, il suo patrono, in un tripudio di fede e devozione.
La solennità, culminata nella Cattedrale, ha visto il cardinale Angelo De Donatis, eminenza penitenziera apostolica, presiedere un Pontificale di profonda spiritualità, accolto da una folla di fedeli e da rappresentanze delle istituzioni locali.
Accogliendo il porporato, l’arcivescovo Andrea Bellandi, affiancato dal vescovo ausiliare Alfonso Raimo, ha condiviso la concelebrazione, resa particolarmente suggestiva dall’esecuzione corale del coro diocesano e delle parrocchiali, magistralmente diretti dal maestro Remo Grimaldi.
L’arcivescovo Bellandi, nella sua introduzione, ha focalizzato l’attenzione sulla figura di San Matteo come dono divino, incarnazione dell’esperienza trasformativa dell’incontro con Cristo.
La chiamata di Matteo, un esattore di tasse, un pubblicano, risuona come un messaggio universale: nessun peccato è insormontabile di fronte all’amore redentore di Dio.
Questo atto di misericordia, questo invito all’inclusione, sottolinea la capacità di Cristo di elevare anche chi è ai margini della società, offrendo una seconda possibilità, una nuova identità.
Il cardinale De Donatis, proseguendo l’omelia, ha esteso la riflessione alla questione della pace, un bene prezioso e sempre più fragile nel panorama globale.
Con un appello sentito e commovente, ha invitato la comunità a stringere nel pensiero e nella preghiera i popoli sofferenti, vittime di ingiustizie e spogliati della loro dignità umana.
Citando le parole di Papa Leone, il cardinale ha invocato l’intercessione di San Matteo per una “pace disarmata e disarmante”, un concetto che va oltre l’assenza di conflitti armati, richiedendo un cambiamento profondo di mentalità e di comportamenti.
La vera unità, ha sottolineato, non sarà il risultato di programmi o iniziative strutturate, ma una conseguenza naturale dell’amore che ci lega, un amore unico, universale, che ci guarda, ci parla e ci offre una speranza condivisa.
Il pomeriggio sarà dedicato alla tradizionale Processione, un corteo solenne che attraverserà il centro storico, portando i simulacri dei santi patroni: San Matteo, San Giuseppe, San Gregorio Magno VII, San Caio, Sant’Ante e San Fortunato.
Un momento di fede popolare e di profonda comunione.
La giornata si concluderà con una Messa solenne nella Cripta di San Matteo, un luogo di raccoglimento e di spiritualità, un’occasione per rinnovare i voti di devozione verso il santo patrono e per riflettere sul significato del suo esempio di fede e di conversione.
La festa di San Matteo, dunque, non è solo una celebrazione religiosa, ma un’occasione per riaffermare i valori di pace, giustizia e solidarietà che animano la comunità salernitana.