mercoledì 3 Settembre 2025
21.4 C
Napoli

Sciopero Nazionale Giustizia: Direttori in Protests per la Professione

Domani, l’amministrazione della giustizia italiana si troverà ad affrontare un’interruzione significativa delle proprie attività, con uno sciopero nazionale indetto dal Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia (CNDG).
La protesta, che interesserà tutti gli uffici giudiziari del Paese, è accompagnata da presidi e manifestazioni in diverse località, testimoniando la gravità del dissenso.

Al centro della disputa si colloca la proposta di revisione dell’Ordinamento professionale del personale non dirigenziale dell’amministrazione giudiziaria, un documento elaborato dal Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria e recentemente distribuito ai sindacati.
La bozza, percepita come un attacco alla professionalità e all’identità dei direttori, prevede una radicale riorganizzazione dei profili, con la soppressione della figura del direttore, assorbita in una categoria più ampia e meno qualificata: quella dei servizi amministrativi dell’Area Funzionari.
Questa decisione, secondo il CNDG, non solo manca di solida base giuridica, ma incide negativamente sulla dignità professionale del personale coinvolto e contrasta con i principi fondamentali di una pubblica amministrazione efficiente e trasparente.

I direttori sottolineano come la figura professionale, configurata con precise responsabilità e competenze, sia stata svilita e depotenziata.
Il riferimento normativo cruciale in questo contesto è il Decreto Ministeriale del 2017, che riconosce ai direttori un ruolo tecnico, gestionale e specialistico, caratterizzato da funzioni vicarie del dirigente, attività ispettive, formazione del personale e partecipazione a commissioni ministeriali.

Queste funzioni, secondo il CNDG, si allineano perfettamente ai requisiti dell’Area delle Elevate Professionalità, introdotta dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Funzioni Centrali 2022-2024, suggerendo una qualificazione professionale che la proposta di riorganizzazione ignora.

La mobilitazione sindacale non è l’unica risposta a questa controversia.

Un direttore ha già adito la giustizia, depositando un ricorso individuale presso il Tribunale del Lavoro di Napoli per contestare un demansionamento di fatto.

Questo primo caso giudiziario si inserisce in una vertenza nazionale che ha portato alla dichiarazione dello stato di agitazione permanente, segnalando la determinazione del coordinamento a tutelare i diritti dei propri associati.

Nunzia Paudice, presidente del CNDG, ha esortato le istituzioni a un dialogo serio e costruttivo, volto a modificare la bozza dell’ordinamento e a preservare le funzioni e l’identità professionale dei direttori.

L’allarme è chiaro: in assenza di risposte concrete, il coordinamento è pronto a intensificare le azioni sindacali e legali, preannunciando un conflitto potenzialmente prolungato e dalle conseguenze rilevanti per il sistema giudiziario italiano.
La vicenda solleva interrogativi più ampi sulla valorizzazione del personale amministrativo all’interno della giustizia e sulla necessità di un riconoscimento formale e sostanziale del loro ruolo cruciale nel corretto funzionamento del sistema.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -