Un significativo colpo alla criminalità organizzata camorristica è stato inferto con il sequestro di beni per un valore complessivo di 350.
000 euro, eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) nel Casertano.
Il provvedimento, un decreto di sequestro emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su impulso della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia – colpisce un elemento di spicco, la cui identità non è stata ancora divulgata, del clan Bifone, una costola criminale radicata nel territorio.
L’operazione si inserisce in un contesto di indagini patrimoniali mirate a disarticolare le strategie di accumulo di ricchezza illecita utilizzate dalla famiglia camorristica.
Il clan Bifone, da tempo sotto la lente degli inquirenti, vanta un intricato passato di collaborazione con il potente clan Belforte di Marcianise, consolidando una rete di potere e influenza che si estende su diversi settori economici.
Il soggetto colpito dal sequestro era già gravato da una condanna definitiva a sei anni di reclusione per estorsione aggravata dall’associazione mafiosa, un elemento che ha rafforzato i sospetti in merito alla provenienza illecita dei beni.
L’innesco dell’indagine è stato un’anomala sospensione di un’operazione finanziaria, segnalata dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia.
Un’attività di approfondimento ha permesso di ricostruire un quadro complesso, rivelando come diversi acquisti immobiliari e finanziari, non solo a carico del diretto interessato, ma anche a nome di familiari, fossero riconducibili a proventi derivanti da attività criminali.
Tra i beni sequestrati, oltre all’immobile commerciale di 130 metri quadrati situato a Curti, spicca un prodotto assicurativo con una provvista superiore ai 25.
000 euro, la cui origine risulta opaca e non congrua con la situazione patrimoniale dichiarata.
Questo sequestro rappresenta un tassello importante nella lotta alla criminalità organizzata, dimostrando l’efficacia degli strumenti di prevenzione patrimoniale e l’importanza della collaborazione tra le istituzioni.
L’indagine prosegue nel tentativo di ricostruire l’intero patrimonio accumulato attraverso attività illecite e di identificare tutti i soggetti coinvolti, evidenziando come l’arricchimento ingiustificato sia un indicatore chiave dell’azione mafiosa e un obiettivo prioritario per le forze dell’ordine.
Il decreto di sequestro, inoltre, apre la strada a future azioni di confisca, finalizzate a privare definitivamente il clan Bifone dei proventi delle sue attività criminali.