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sabato 1 Novembre 2025

Sequestro e indagini per abusivismo edilizio nel Cilento.

Un’operazione dei Carabinieri del Nucleo Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ha portato al sequestro preventivo di un’ampia area di circa 10.000 metri quadrati in località Annunziata, nel comune di Castellabate (Salerno), e all’indagine di dodici persone.
Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari di Vallo della Lucania, rivela un quadro di presunta lottizzazione abusiva all’interno di un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, un’area cruciale per la conservazione del patrimonio naturale e culturale del parco.

L’indagine ha portato alla luce un’operazione complessa e sistemica di trasformazione del territorio.
Non si tratta di semplici costruzioni isolate, ma di un progetto di frazionamento illegittimo di un lotto agricolo originario, deliberatamente destinato a scopo edificatorio.

Sull’area sequestrata sorgono dieci manufatti, un mix di edifici preesistenti, radicalmente modificati attraverso demolizioni e ricostruzioni, e nuove costruzioni in diverse fasi di completamento, alcune ancora allo stato grezzo.

Le accuse a carico degli indagati sono gravissime e spaziano dalla violazione delle normative urbanistiche alla commissione di reati contro il patrimonio paesaggistico.

Si sospetta l’utilizzo di permessi di costruire ottenuti in modo improcedente, giudicati illegittimi e inefficaci, e la realizzazione di interventi edilizi non conformi a tali autorizzazioni.
In particolare, emergono alterazioni significative in termini di volumetria e spostamenti delle sedi edilizie, pratiche volte a massimizzare il profitto a discapito della legalità e della tutela ambientale.

L’impatto di questa attività edilizia illegale è profondo.

La trasformazione urbanistica e paesaggistica del territorio è considerevole, con la cancellazione di una vocazione rurale originaria.

L’area, che avrebbe dovuto rimanere dedicata all’agricoltura, è ora segnata dalla presenza di costruzioni che mancano di infrastrutture primarie e secondarie essenziali, creando una situazione di precarietà e potenziali rischi per la sicurezza dei futuri occupanti.
Questo caso solleva interrogativi cruciali sulla governance del territorio e sull’efficacia dei controlli, evidenziando come interessi privati possano compromettere la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale.

L’operazione dei Carabinieri rappresenta un atto di contrasto necessario, ma pone anche l’urgenza di una riflessione più ampia sulle cause che hanno portato a questa situazione e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di prevenzione e repressione di tali illeciti, garantendo la sostenibilità dello sviluppo e la protezione del paesaggio cilentano per le generazioni future.

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