mercoledì 15 Ottobre 2025
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Sfruttamento Lavoro e Sicurezza: Inchiesta Shock nei Cantieri Edili

Un’indagine complessa e ramificata della Procura di Biella, supportata dalla Guardia di Finanza, ha portato a una serie di perquisizioni mirate a svelare un sistema di sfruttamento del lavoro straniero e violazioni delle normative sulla sicurezza nei cantieri edili pubblici.
L’inchiesta, originariamente scaturita da un grave incidente sul lavoro occorso a un operaio presso la diga dell’Ingagna, a Mongrando, ha ampliato il suo raggio d’azione, coinvolgendo un numero significativo di persone, almeno cinque delle quali sono attualmente sotto accusa per reati che vanno dallo sfruttamento lavorativo alle lesioni colpose aggravate, passando per l’impiego di subappalti irregolari.

L’operazione ha visto il coinvolgimento di circa sessanta militari, che hanno effettuato diciannove perquisizioni in abitazioni, sedi aziendali e cantieri edili dislocati in un ampio ventaglio di regioni italiane: Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria.

Questa estesa area geografica suggerisce una rete organizzata e strutturata, con implicazioni che potrebbero estendersi ben oltre il territorio biellese.
L’indagine si concentra non solo sulla ricostruzione della dinamica dell’incidente che ha innescato le indagini, ma anche sull’analisi delle condizioni di lavoro e della gestione della forza lavoro nei cantieri coinvolti.
Si sospetta che i lavoratori, spesso stranieri, siano stati impiegati in condizioni di precarietà, al di fuori dei regimi contrattuali previsti, e sottoposti a pressioni che hanno compromesso la loro sicurezza.

Il ricorso a subappaltatori irregolari rappresenta un elemento chiave nell’inchiesta, poiché questo meccanismo consente di eludere i controlli, ridurre i costi e, di conseguenza, aumentare i profitti a scapito dei diritti dei lavoratori e della sicurezza sul lavoro.
La diffusione capillare delle perquisizioni mira a recuperare documentazione contabile, contratti, ordini di lavoro e qualsiasi altro elemento utile a ricostruire l’organizzazione criminale e a quantificare l’entità dello sfruttamento.
L’operazione solleva interrogativi profondi sulla governance dei cantieri pubblici e sulla responsabilità delle imprese appaltatrici, evidenziando la necessità di rafforzare i controlli, promuovere la legalità e tutelare i diritti dei lavoratori, in particolare quelli più vulnerabili e spesso privi di voce.

L’indagine potrebbe portare alla luce pratiche diffuse di caporalato e di elusione delle normative, con conseguenze significative per l’edilizia e il mercato del lavoro italiano.
L’attenzione si concentrerà ora sull’analisi della documentazione sequestrata e sull’audizione dei testimoni, al fine di accertare le responsabilità e ricostruire l’intera vicenda.

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