L’arresto in carcere dell’ex sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, e di Raffaele Guida, noto come “Lello il sensitivo,” apre un’inquietante finestra su un intreccio di potere, presunta corruzione e suggestioni esoteriche.
Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Torre del Greco, gettano luce su una relazione peculiare tra il politico e il consultore, alimentata da un’apparente ricerca di orientamento spirituale che, a quanto pare, si è estesa all’ambito decisionale amministrativo.
L’influenza di Guida su Coppola, come emerge dalle prime ricostruzioni investigative, andava oltre una semplice amicizia.
L’ex sindaco, figura chiave nell’amministrazione sorrentina, si affidava apparentemente alle pratiche divinatorie di Guida per orientare le sue scelte, richiedendo, secondo gli inquirenti, l’utilizzo delle sue presunte capacità per valutare la personalità e le intenzioni dei collaboratori e degli interlocutori.
Questa dinamica, se confermata in sede processuale, solleva interrogativi profondi sull’etica pubblica e sulla potenziale compromissione dell’imparzialità delle decisioni amministrative.
Gli indagati, al momento, si sono avvalsi del diritto al silenzio durante gli interrogatori di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari Maria Concetta Criscuolo.
Oltre a Coppola e Guida, pesanti accuse ricadono su Luigi Todisco e sui cugini Aniello Vanacore, di 32 e 43 anni, rappresentanti legali di due società coinvolte nelle presunte irregolarità relative all’assegnazione degli appalti.
I Vanacore sono assistiti dallo stesso avvocato di Coppola, Francesco Cappiello, mentre Todisco è difeso da Gennaro Somma.
Guida è rappresentato dall’avvocato Valerio Alfonso Stravino.
Il rapporto tra Coppola e Guida affonda le radici in un passato lontano, risalente al periodo universitario dell’ex sindaco, quando questi frequentava la dimora di Guida a Santa Maria a Vico, nel Casertano, proprio per consultare le carte.
Questo legame, apparentemente innocuo, si è protratto nel tempo, evolvendosi in una relazione complessa che, secondo gli inquirenti, ha finito per permeare l’attività amministrativa di Sorrento.
Le accuse formulate a carico degli indagati sono molteplici e comprendono, tra le altre, turbativa d’asta, concussione e corruzione.
Il nodo centrale dell’indagine verte sulla presunta collusione tra l’ex sindaco, il sensitivo e gli imprenditori, finalizzata a favorire posizioni prebende in cambio di indebite influenze.
La vicenda apre un ampio dibattito sulla vulnerabilità del potere, l’importanza della trasparenza amministrativa e i rischi derivanti dalla commistione tra sfera pubblica e credenze esoteriche.
Il futuro degli indagati dipenderà ora dalla decisione del Tribunale del Riesame, che dovrà valutare la validità delle prove raccolte dalla Procura.
Nuovi interrogatori sono previsti a breve per gli altri indagati, uno dei quali è detenuto in un carcere lombardo.