Un’operazione giudiziaria di ampio respiro, orchestrata dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, ha scosso il tessuto amministrativo di Sorrento, ponendo fine a un sistema di corruzione e collusione che si era insinuato nel cuore della burocrazia locale.
L’inchiesta, culminata con l’esecuzione di sedici provvedimenti cautelari – undici in carcere e cinque agli arresti domiciliari – ha portato alla luce una rete complessa di relazioni opache e comportamenti illeciti, che hanno compromesso la gestione di risorse pubbliche e minato i principi fondamentali della legalità.
Tra i destinatari delle misure restrittive figurano personalità di spicco dell’amministrazione comunale, tra cui l’ex sindaco Massimo Coppola, già detenuto dal mese di maggio, e il consigliere Vincenzo Sorrentino.
Le accuse contestate a Coppola, che si vedono gravato da quattordici capi d’imputazione, riguardano un sistema di corruzione e turbativa d’asta che ha interessato appalti pubblici per un valore complessivo superiore ai trentacinque milioni di euro, finanziati sia dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR).
L’indagine ha rivelato un modello di gestione delle risorse pubbliche caratterizzato da una manipolazione sistematica delle procedure di gara, con evidenti alterazioni che hanno favorito determinati operatori economici a discapito della trasparenza e della concorrenza.
La Procura ha identificato un ruolo chiave, oltre a quello del sindaco, in Raffaele Guida, soprannominato “Lello il sensitivo”, figura emersa come elemento occulto e pervasivo all’interno dell’amministrazione.
Nonostante l’assenza di una carica formale, Guida, apparentemente dotato di un’influenza anomala, interveniva nelle decisioni amministrative e politiche, agendo come intermediario e raccogliendo commesse per conto di terzi, presumibilmente in cambio di compensi illeciti, delegato dal sindaco stesso.
L’operazione giudiziaria non solo mira a perseguire i responsabili di questi gravi reati, ma anche a restituire alla collettività la fiducia nelle istituzioni, smantellando un sistema che, a quanto pare, aveva deviato risorse destinate a progetti di sviluppo e miglioramento del territorio, compromettendo l’interesse pubblico e alimentando un clima di sospetto e sfiducia.
La complessità dell’indagine e l’ampiezza del coinvolgimento di figure istituzionali richiedono ora un’analisi approfondita per ricostruire interamente le dinamiche illecite e individuare tutti i complici di questo sistema di corruzione.