L’episodio recente, che vede un quattordicenne arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti nel Napoletano, non può essere liquidato come un mero fatto di cronaca.
Le parole pronunciate dal ragazzo, una confessione disarmante che rivela una mancanza di prospettive e la percezione di non avere altre vie percorribili, rappresentano una profonda spaccatura sociale e un campanello d’allarme per l’intera comunità.
Come osservato con acume dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari, la reazione immediata non può limitarsi alla preoccupazione, ma deve tradursi in un’azione concreta e coordinata.
La frammentazione sociale, l’erosione dei valori educativi e la disfunzione delle reti di supporto familiare costituiscono un terreno fertile per il reclutamento precoce di minori nel circuito della criminalità organizzata.
Lo spaccio di droga, in questo contesto, non è solo un reato, ma un sintomo di una crisi più profonda, legata alla marginalizzazione, alla povertà educativa e alla mancanza di opportunità.
Il ragazzo, intrappolato in una spirale di disperazione, vede nella droga una via, seppur distorta, per sopravvivere e acquisire un senso di appartenenza.
L’intervento del Prefetto sottolinea l’urgenza di un approccio multidisciplinare che coinvolga attivamente istituzioni, famiglie, scuole, associazioni di volontariato e realtà ecclesiatiche.
È necessario creare percorsi di inclusione e di riscatto sociale, offrendo ai giovani alternative concrete al degrado e alla criminalità.
Questo implica un investimento massiccio in programmi di prevenzione, di orientamento scolastico e professionale, di sostegno alla genitorialità e di recupero sociale.
La dispersione scolastica rappresenta una vulnerabilità cruciale che alimenta il fenomeno dello spaccio.
Combattere l’evasione scolastica non significa solo riaffidare i ragazzi alle aule, ma significa ricostruire un legame con la scuola, offrendo un ambiente accogliente, stimolante e personalizzato.
È fondamentale incentivare la partecipazione attiva delle famiglie, promuovendo un dialogo costruttivo e un impegno condiviso nel percorso educativo dei figli.
Il ruolo degli assistenti sociali, presenti nei Comuni, è strategico per intercettare le famiglie in difficoltà e offrire loro un supporto qualificato.
L’assistente sociale non è solo un burocrate, ma un punto di riferimento per le famiglie, un mediatore tra i servizi sociali e le esigenze concrete dei cittadini.
Un accompagnamento mirato può fare la differenza, offrendo strumenti per superare le difficoltà e ricostruire un equilibrio familiare.
Infine, è essenziale comunicare ai giovani la verità brutale delle conseguenze della criminalità: una vita condannata alla precarietà, alla violenza e, in molti casi, alla morte prematura.
La speranza risiede nella capacità di offrire a questi ragazzi una visione diversa del futuro, un futuro di dignità, di opportunità e di realizzazione personale.
La sfida è complessa, ma non insormontabile, a patto di un impegno collettivo e di una visione politica lungimirante.