L’istituzione dello Spazio Ascolto all’interno del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli segna una svolta significativa nel panorama della giustizia italiana, trascendendo il mero svolgimento dei processi per abbracciare un approccio più olistico e centrato sulla persona.
Questa iniziativa, promossa dall’Osservatorio distrettuale sulla violenza di genere in collaborazione con la cooperativa sociale EVA e la Fondazione Pol.
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, risponde a un imperativo costituzionale, quello di garantire non solo la punizione dei reati, ma anche un supporto concreto e tempestivo alle vittime.
Lo Spazio Ascolto, che si configura come il più grande d’Europa, non è semplicemente un luogo fisico, ma un ecosistema di cura e protezione.
Esso offre un ambiente sicuro e riservato, destinato ad accogliere le donne vittime di violenza, ma estendibile a tutte le vittime di reato, compresi coloro che subiscono le conseguenze della criminalità organizzata, un fenomeno che, pur se meno visibile, continua a insidiare il tessuto sociale napoletano.
L’elemento distintivo di questa struttura risiede nell’offerta di un primo accoglimento psicologico mirato, preparatorio al percorso giudiziario.
Questo supporto, erogato da professionisti qualificati della Fondazione Pol.
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, mira a stabilire un rapporto di fiducia con la vittima, ricostruendo la sua narrazione e fornendo strumenti per affrontare le conseguenze traumatiche del reato.
La presenza di protocolli d’intesa con altre realtà del territorio assicura una rete di protezione ampia e diversificata, capace di offrire servizi specialistici e supporto continuo nel tempo.
Il procuratore generale Aldo Policastro ha sottolineato come questa iniziativa rappresenti un passo verso una democrazia più inclusiva, una giustizia più umana e un’istituzione giudiziaria più vicina ai bisogni reali dei cittadini.
Lo Spazio Ascolto si pone come un punto di rottura con un modello di giustizia prevalentemente incentrato sulla procedura, privilegiando invece l’empatia, l’ascolto attivo e la centralità della vittima.
Si tratta di un investimento nella resilienza sociale, un segnale di speranza e un impegno concreto per la costruzione di una comunità più giusta e solidale, capace di rispondere in modo efficace e umano alle ferite inflitte dalla violenza e dalla criminalità.
L’ambizione è quella di creare un modello replicabile in altre sedi giudiziarie, contribuendo a trasformare l’esperienza della giustizia per le persone che ne hanno più bisogno.






