Squalo a Ischia: un monito per il futuro del mare

Un tragico ritrovamento ha scosso la comunità di Ischia Ponte: un esemplare di squalo capopiatto (Notidano grigio, *Centrophorus robustus*) è stato rinvenuto senza vita nelle acque della baia di Cartaromana.

La carcassa, giunta sulla banchina spinta dalle correnti dopo essere rimasta incagliata tra gli scogli, rappresenta un campanello d’allarme sullo stato di salute del nostro mare e sulle pressioni antropiche che gravano su specie spesso misconosciute.

L’intervento tempestivo della Guardia Costiera e del personale ASL ha permesso di effettuare i rilievi necessari per determinare le cause del decesso, che, stando alle prime indicazioni, sembrano riconducibili a cause di natura umana.

L’animale, di notevoli dimensioni (circa due metri), mostra segni evidenti di un probabile impigliamento in attrezzi da pesca, presumibilmente reti a strascico o reti derivanti, un destino purtroppo comune a molte specie marine pelagiche.

Lo stato avanzato di decomposizione ha reso più complessa l’analisi accurata, ma la causa più plausibile rimane l’intrappolamento, un fenomeno di pesca accessoria che documenta le conseguenze devastanti delle attività antropiche sugli ecosistemi marini.
Il Notidano grigio è un predatore di fondale abissale, caratterizzato dalla sua testa ampia e appiattita e dalle sei fessure branchiali distintive, che lo rendono facilmente riconoscibile.
La sua presenza nel Mar Mediterraneo, seppur rara, testimonia l’importanza di questi ecosistemi profondi, habitat cruciali per molte specie spesso trascurate.
Questi squali svolgono un ruolo ecologico fondamentale, contribuendo a regolare le popolazioni di pesci e crostacei, mantenendo l’equilibrio della catena alimentare.

La loro rarità, unita al rischio di estinzione a cui sono sottoposti, rende il ritrovamento di questo esemplare particolarmente significativo.

Nonostante la loro innocuità per l’uomo, i Notidani grigi sono spesso vittime di catture accidentali durante la pesca commerciale.

La confusione con il pesce spada, in alcuni casi, porta anche alla loro pesca e consumo, aggravando ulteriormente la pressione antropica su questa specie vulnerabile.
Il ritrovamento ad Ischia non è solo un evento isolato, ma un sintomo di un problema più ampio: la necessità urgente di una gestione sostenibile delle risorse marine.

È imperativo promuovere pratiche di pesca selettive, ridurre l’abbandono di attrezzi da pesca e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della conservazione della biodiversità marina.

Solo attraverso un approccio integrato e responsabile sarà possibile proteggere il Notidano grigio e le altre specie che popolano i nostri mari, garantendo la salute degli ecosistemi e la sopravvivenza del patrimonio naturale del Mediterraneo.
La rimozione e lo smaltimento della carcassa, pur necessarie, non devono celare l’imperativo di un cambiamento radicale nelle nostre interazioni con l’ambiente marino.

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