lunedì 15 Settembre 2025
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Subacqueo Cilento: Malattia da Decompressione, Salvato dalla Camera Iperbarica

Un’immersione estiva, un momento di svago trasformato in una sfida per la vita.
La vicenda di un subacqueo proveniente da Molfetta, colpito da un severo episodio di malattia da decompressione nelle acque del Cilento, incarna la fragilità dell’esistenza umana di fronte alla potenza degli elementi naturali.
La tempestività e la perizia di un team medico specializzato hanno evitato un esito potenzialmente fatale.

Il sub, giunto al pronto soccorso di Sapri in condizioni critiche, manifestava un quadro clinico allarmante: disorientamento, instabilità emodinamica e una grave alcalosi respiratoria, segni inequivocabili di una patologia da decompressione.
La complessità della situazione richiedeva un intervento specialistico urgente, con il trasferimento d’urgenza verso l’Unità Operativa Semplice di Medicina Iperbarica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona.
L’équipe medica, dopo una valutazione diagnostica approfondita e un primo supporto terapeutico mirato, ha implementato una terapia iperbarica personalizzata, protrattasi per oltre cinque ore.
Questa procedura, cruciale nel trattamento della malattia da decompressione, consiste nell’esposizione del paziente a una pressione ambiente superiore a quella atmosferica, con conseguente aumento della concentrazione di ossigeno nel sangue.
Questo processo favorisce la dissoluzione dei gas inerti (azoto, in particolare) che si sono accumulati nei tessuti e nei vasi sanguigni, prevenendo la formazione di micro-emboli e riducendo l’infiammazione.
Il miglioramento clinico ottenuto grazie alla terapia iperbarica è stato tale da consentire il trasferimento del paziente in un reparto di degenza per ulteriori controlli e un supporto respiratorio ad alti flussi.

Un ulteriore ciclo terapeutico, eseguito nelle successive 24 ore, ha consolidato i risultati ottenuti e ha permesso di dichiarare il sub fuori pericolo.
Attualmente, il paziente è affidato alle cure del proprio medico curante, che seguirà con attenzione i controlli specialistici necessari per monitorare la sua piena guarigione.
L’episodio testimonia l’importanza strategica di strutture sanitarie attrezzate con unità di medicina iperbarica, capaci di rispondere con prontezza e competenza in situazioni di emergenza complesse.
La vicenda sottolinea anche la necessità di una maggiore consapevolezza dei rischi connessi alle attività subacquee, evidenziando l’importanza di rigorose procedure di sicurezza, formazione adeguata e un’attenta pianificazione delle immersioni.
Il gesto di encomio rivolto al personale medico, infermieristico e a tutto il team dell’azienda ospedaliera, riflette il valore imprescindibile della professionalità, della dedizione e dell’umanità che devono animare ogni istituzione sanitaria di eccellenza.

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