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lunedì 10 Novembre 2025

Svolta nel caso Di Caterino: Procura chiede assoluzione per legittima difesa.

Il caso di Emanuele Di Caterino, il quattordicenne strappato alla vita il 7 aprile 2013 ad Aversa, si trascina attraverso un’inattesa svolta processuale.
La Procura Generale di Napoli, in una requisitoria concisa, ha avanzato una richiesta di assoluzione per Agostino Veneziano, l’imputato, attualmente ventinovenne, contestando l’elemento soggettivo del reato, ovvero la volontà criminosa.
La decisione si basa sull’ipotesi della legittima difesa, un’interpretazione che estende i presupposti già riconosciuti in un precedente processo riguardante lesioni personali inflitte da Veneziano agli amici della vittima.
Il contesto, come delineato dal sostituto procuratore Valter Brunetti, si configura come un’escalation di violenza che vede Veneziano, dopo l’accoltellamento mortale di Emanuele, inseguito e aggredito con un casco dagli amici della vittima.
Invece di sottrarsi all’attacco, Veneziano avrebbe reagito colpendo altri presenti, configurando, secondo la Procura, un’unica azione difensiva protrattasi nel tempo.

Questa ricostruzione, se accolta, trasformerebbe l’omicidio volontario in un atto compiuto in stato di necessità o legittima difesa, escludendo la responsabilità penale dell’imputato.

Tale prospettiva contrasta nettamente con la posizione della difesa civile, rappresentata dagli avvocati Maurizio Zuccaro e Sergio Cola, che hanno costantemente sostenuto la separazione cronologica e concettuale tra l’episodio delle lesioni e quello fatale.
L’esame autoptico ha infatti evidenziato che il colpo mortale fu inferto a Emanuele alle spalle, un dettaglio cruciale che, a detta degli avvocati, esclude la configurabilità della difesa.
L’atto di aggressione, secondo la ricostruzione della difesa, sarebbe stato gratuito e privo di una ragionevole giustificazione difensiva.

La vicenda solleva questioni giuridiche complesse, riguardanti l’interpretazione della legittima difesa in contesti di violenza reiterate e la distinzione tra reazione difensiva e aggressione premeditata.
L’analisi della Corte sarà determinante per stabilire se l’azione di Veneziano possa essere considerata un atto di difesa, o se costituisca un atto volontario di aggressione ingiustificata.

La decisione finale, attesa per la metà di dicembre, riaprira’ un capitolo delicato nella storia giudiziaria campana, con ripercussioni emotive profonde per la famiglia Di Caterino e l’intera comunità locale, ancora scossa da un evento che ha segnato per sempre la memoria collettiva.

L’esito del processo determinerà se la giustizia, dopo anni di attesa, potrà finalmente offrire una risposta definitiva a un dramma che ha lasciato una ferita indelebile.

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