martedì 7 Ottobre 2025
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Napoli

Tappo di bottiglia nell’esofago: diagnosi inattesa a Napoli

Un evento medico inusuale ha recentemente messo in luce la complessità della diagnosi clinica e l’importanza di un approccio multidisciplinare.

Un uomo, identificato come Marco (nome di pseudonimo per garantire la riservatezza), si è presentato al pronto soccorso dell’Ospedale Pellegrini di Napoli lamentando un dolore toracico persistente, inizialmente interpretato come un potenziale disturbo cardiaco.

L’anamnesi del paziente non suggeriva una storia di problemi gastrointestinali, né riferiva episodi di ingestione volontaria o accidentale.
La valutazione iniziale, comprendente elettrocardiogramma ed analisi degli enzimi cardiaci, risultò negativa, escludendo un’eziologia ischemica.
Nonostante l’assenza di segni cardiovascolari evidenti, il dolore persisteva, accompagnato da una sensazione di corpo estraneo e disagi durante la deglutizione.
Questa persistenza del sintomo, in contrasto con i risultati degli esami cardiologici, sollevò il sospetto di una causa alternativa.
Per approfondire la ricerca diagnostica, i medici hanno optato per una radiografia del torace, una tecnica di imaging che spesso rivela anomalie non evidenti ad altre indagini.
L’immagine radiografica ha poi svelato una presenza inattesa: un oggetto radiopaco, identificato come un tappo di bottiglia, situato nel tratto medio dell’esofago.
Un dettaglio apparentemente banale, ma capace di trasformare radicalmente la direzione della diagnosi.

L’individuazione del corpo estraneo ha richiesto un intervento specialistico.
Il paziente è stato quindi trasferito all’Unità Operativa di Chirurgia, dove è stata eseguita un’urgente esofagogastroduodenoscopia in sedazione profonda e con intubazione.
Questa procedura endoscopica, eseguita da Vittorio D’Onofrio e supportata da un’équipe infermieristica altamente qualificata, ha permesso di visualizzare direttamente il tappo di bottiglia.

L’analisi endoscopica ha rivelato un corpo estraneo metallico, con una caratteristica forma a corona, incastrato a circa 28 centimetri dall’arcata dentaria.
La presenza del tappo aveva provocato una reazione infiammatoria locale, manifestata da edema e segni di iniziale ulcerazione della mucosa esofagea.

La rimozione del corpo estraneo è stata effettuata con una tecnica precisa: l’impiego di una pinza di presa specifica, “rat-tooth”, associata a un cappuccio protettivo montato sull’endoscopio.
Questa combinazione ha permesso di estrarre il tappo in un’unica manovra, minimizzando il rischio di lesioni alla parete esofagea.
L’episodio sottolinea l’importanza cruciale di un approccio diagnostico olistico, che non si limiti alla prima impressione clinica, ma integri diverse metodologie di indagine.
La risoluzione positiva del caso, guidata da una sinergia tra specialisti di cardiologia, pronto soccorso, chirurgia e gastroenterologia, testimonia l’efficacia di un team multidisciplinare in grado di affrontare situazioni cliniche complesse e inattese.

La Direzione Sanitaria, guidata da Maria Corvino, ha sottolineato come l’intervento tempestivo e la competenza del personale abbiano permesso al paziente di rientrare a casa rapidamente, senza ulteriori complicanze e con una rapida ripresa del benessere generale.

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