Nell’ambito di un’azione coordinata e intensificata, il Comitato Interprovinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dai prefetti di Napoli, Michele di Bari, e Caserta, Lucia Volpe, ha delineato un piano d’intervento mirato per la Terra dei Fuochi.
L’iniziativa risponde a una crescente pressione, sia a livello istituzionale, con particolare attenzione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sia per la tutela della salute pubblica, in relazione anche alle implicazioni derivanti da sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Il focus dell’azione si concentrerà su aree specifiche, individuate in base a una valutazione approfondita e in costante aggiornamento, frutto di un dialogo diretto con le comunità locali e le associazioni di comitato, elemento cruciale per garantire l’efficacia e l’accettabilità delle misure.
La complessità del territorio, che ingloba una miriade di comuni tra le province di Napoli e Caserta, richiede un approccio granulare e sensibile alle peculiarità di ogni area, evitando generalizzazioni che risulterebbero inefficaci.
L’impegno si traduce in un rafforzamento capillare dei controlli, integrando risorse umane e tecnologiche, e coordinando le attività di diverse agenzie governative, inclusa l’Agea, che fornirà supporto specifico nell’analisi dei dati e nell’identificazione di potenziali aree critiche.
Si tratta di una strategia proattiva, volta a prevenire e reprimere gli illeciti, piuttosto che limitarsi a reagire agli eventi.
Il prefetto di Napoli ha sottolineato come l’azione di contrasto sia già in corso, quantificando i risultati conseguiti nei primi sei mesi del 2025.
I controlli straordinari hanno generato sanzioni per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro, e hanno portato al sequestro di circa 200 attività commerciali sospette e alla denuncia di oltre 300 individui.
Questi dati, seppur significativi, rappresentano solo una parte del percorso che si intende portare avanti, con l’obiettivo di disarticolare le reti criminali che sfruttano il territorio per attività illegali.
Il piano in atto non è concepito come un intervento isolato, bensì come un processo continuo di monitoraggio e adattamento, con revisioni periodiche per valutare l’efficacia delle misure adottate e per rispondere alle nuove sfide che potrebbero emergere.
La collaborazione tra le istituzioni, la partecipazione attiva delle comunità locali e l’impiego di tecnologie avanzate sono elementi imprescindibili per raggiungere un risultato duraturo e restituire al territorio la sua dignità e la sua sicurezza.
L’impegno a migliorare costantemente l’approccio, attraverso un ascolto continuo e un’analisi dei risultati, è un elemento cruciale per il successo dell’operazione.