L’evento sismico di magnitudo 4.6 che ha recentemente colpito la regione campana, e in particolare il golfo di Pozzuoli, ha sollevato interrogativi cruciali sulla gestione delle emergenze e la pianificazione del territorio. In un contesto di crescente fragilità geologica, la necessità di una risposta coordinata e tempestiva si è resa evidente con il crollo del costone roccioso di Punta Pennata, un evento inatteso e dai potenziali impatti significativi.A seguito dell’emergenza, il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha precisato che l’accaduto, pur grave, non rientrava nelle emergenze precedentemente censite dalla Regione Campania e non era stato incluso nel piano del Commissario Straordinario, finanziato a livello governativo. Questa distinzione, purtroppo, mette in luce una divergenza tra la pianificazione ordinaria delle emergenze, focalizzata principalmente sull’evacuazione della popolazione e la garanzia dei servizi essenziali, e gli interventi strutturali necessari per contrastare il dissesto idrogeologico.È fondamentale comprendere che la responsabilità degli interventi di consolidamento del territorio, come nel caso specifico del costone Cento Camerelle, ricade sul Presidente della Regione, delegato dal governo nazionale e finanziato dal Ministero dell’Ambiente. Un intervento, quest’ultimo, che ha ricevuto un finanziamento governativo di 10.730.000 di euro, a testimonianza dell’impegno statale nel mitigare i rischi naturali.Attualmente, la struttura commissariale è impegnata nella revisione e aggiornamento del progetto definitivo, datato 2022 e fornito dal Comune di Bacoli. Questa operazione mira a integrare le nuove informazioni derivanti dall’evento sismico e a garantire che l’opera di consolidamento sia adeguata alle specifiche condizioni del sito. L’aggiornamento è cruciale per considerare fattori geologici imprevisti e per implementare soluzioni innovative che massimizzino l’efficacia dell’intervento.L’episodio evidenzia una complessità intrinseca alla gestione del rischio sismico e idrogeologico, richiedendo un approccio integrato che coinvolga tutti i livelli istituzionali, dalla Protezione Civile alla Regione, dai Comuni ai Ministeri. La revisione delle procedure di censimento delle emergenze, la rafforzamento della collaborazione tra enti e l’investimento in monitoraggio del territorio si rivelano imperativi per ridurre la vulnerabilità delle comunità e per garantire una risposta efficace in caso di eventi futuri. La trasparenza comunicativa con la cittadinanza, informando sui rischi e sulle misure di prevenzione, assume inoltre un ruolo chiave per promuovere una cultura della resilienza e per favorire la partecipazione attiva nella gestione del territorio.
Terremoto a Pozzuoli: emergenza, colpe e revisione dei piani
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