La comunità di Montecorvino Rovella e l’intera provincia di Salerno sono gravate da un lutto profondo, un dolore che si riverbera nell’aria come un’eco straziante: la perdita di Tina Sgarbini, una donna il cui sorriso, come testimoniato dai manifesti funebri che ora punteggiano le strade, sembra aver lasciato un vuoto incolmabile.
Il sindaco Mimmo Volpe, con un messaggio condiviso sul suo profilo Facebook, ha ufficializzato la data e il luogo dei funerali, programmati per questo pomeriggio nel duomo dei Santi Pietro e Paolo, a Montecorvino Rovella.
Tina, Assunta Sgarbini, 47 anni, era una madre, una figlia, una sorella, un’amica.
Lascia tre figli, Kevin, Asia e Cecilia, nati da una precedente relazione, il padre Antonio, la sorella Emanuela e il fratello Alessandro, tutti profondamente addolorati da questa perdita improvvisa e tragica.
La camera ardente, allestita presso la Casa del Commiato Lambertiche, è un luogo di raccoglimento e di commozione, un punto di convergenza per quanti vorranno porgere le loro condoglianze alla famiglia.
La vicenda, che ha visto coinvolto il suo ex compagno, Christian Persico, confessore dell’omicidio, getta una luce cruda e dolorosa sulla realtà della violenza di genere, un fenomeno sociale pervaso da ombre e silenzi.
Il sindaco Volpe, accompagnato da una delegazione del centro antiviolenza “Donne mai sole”, lancia un appello urgente e sentito: “Donne, denunciate, denunciate, denunciate ogni forma di violenza e maltrattamento al numero 1522.
” Questo appello non è una semplice formalità, ma un grido di speranza e di impegno per rompere il ciclo di abusi e per garantire alle donne un futuro libero dalla paura e dalla sopraffazione.
La difficoltà di denunciare, spesso legata alla paura di ritorsioni, all’imbarazzo, alla dipendenza economica o affettiva, è un ostacolo che la società deve affrontare con consapevolezza e con strumenti efficaci.
La morte di Tina non può e non deve essere dimenticata; deve servire da monito per tutti, per risvegliare le coscienze e per promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.
È necessario un cambiamento radicale nel modo in cui affrontiamo il problema della violenza di genere, investendo in prevenzione, in sostegno alle vittime e in riabilitazione per i responsabili.
La tragedia di Tina Sgarbini, il suo sorriso spento e il suo amore silenziato, devono stimolare un’azione collettiva e determinata per costruire un mondo più giusto e sicuro per tutte le donne.
La comunità si stringe al dolore della famiglia, invocando giustizia e guardando avanti con la speranza che una simile tragedia non si ripeta mai più.