Un’aggressione premeditata e violenta ha scosso la comunità di Torre del Greco, culminata in una rissa di proporzioni allarmanti tra gruppi di tifosi rivali il 26 gennaio scorso, in concomitanza con la partita Turris-Sorrento.

L’evento, più che un semplice alterco sportivo, ha rappresentato una grave frattura nel tessuto sociale locale, mettendo a rischio l’incolumità di cittadini innocenti e sollevando interrogativi sulla gestione della sicurezza e sulla prevenzione di fenomeni di violenza legati all’ambiente calcistico.
L’inchiesta, condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dal procuratore Nunzio Fragliasso, ha portato alla notifica di 22 misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata: tre arresti in carcere, due obblighi di dimora domiciliare e diciassette divieti di dimora nel comune.

La gravità delle accuse – rissa aggravata, danneggiamento e lesioni personali aggravate dall’utilizzo di oggetti contundenti e dalla compromissione dell’identità dei partecipanti – evidenzia la natura premeditata e l’intensità della violenza scatenata.

Le indagini hanno rivelato come i gruppi ultras, identificati rispettivamente come “Hijos de Barrios” e “Ultras Torre del Greco”, abbiano pianificato e orchestrato lo scontro, allontanandosi dallo stadio e concentrando la loro azione in una zona centrale, il pressi del Bar La Torre.

L’area, già nota per episodi di microcriminalità, è stata teatro di una vera e propria guerriglia urbana, caratterizzata dall’utilizzo di armi improvvisate: aste, caschi, cinture, sedie, sgabelli e tavolini, trasformando una strada pubblica in un campo di battaglia.
L’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza ha giocato un ruolo cruciale nell’identificazione degli individui coinvolti, consentendo alla polizia di ricostruire la dinamica degli eventi e raccogliere prove concrete a loro carico.
Un aspetto particolarmente rilevante è l’emergere di violazioni del divieto di avvicinamento (D.

A.
S.

P.
O.

) da parte di cinque ultrà, sottolineando una preesistente problematica di gestione e applicazione delle misure restrittive.

La presenza di due minorenni tra gli indagati pone ulteriori quesiti in merito alla responsabilità genitoriale, alla prevenzione della radicalizzazione giovanile e alla necessità di interventi educativi mirati.
L’inchiesta non si limita a perseguire i responsabili diretti della rissa, ma mira a comprendere le dinamiche che hanno portato a questo episodio di violenza, con l’obiettivo di individuare strategie di prevenzione più efficaci e di rafforzare il senso di legalità nella comunità di Torre del Greco.
Il procedimento giudiziario, ora in corso, rappresenta un momento cruciale per ristabilire la sicurezza e la tranquillità pubblica, e per promuovere una cultura sportiva basata sul rispetto e sulla sana competizione.