Truffe Enel: Camorra Licciardi e Hacker Transnazionali Sfrattati

Un’operazione dei Carabinieri, supportata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha svelato un sofisticato progetto di frode orchestrato dalla camorra dei Licciardi, con ambizioni che avrebbero potuto colpire direttamente oltre cinquanta milioni di clienti Enel.
L’indagine, culminata nell’arresto di una ventina di presunti affiliati, ha portato alla luce una complessa rete criminale, che mirava a sfruttare competenze informatiche avanzate, provenienti da hacker russi, ucraini e romeni, per perpetrare una truffa di notevole portata, stimata in circa due milioni e mezzo di euro.

L’Alleanza di Secondigliano, di cui i Licciardi rappresentano una figura di spicco, avrebbe collaborato con il clan Russo, un’organizzazione satellitare operante nell’area nolana, per realizzare il piano fraudolento.

Le intercettazioni telefoniche, elemento cardine dell’indagine, hanno rivelato dettagli inquietanti sull’organizzazione e la logistica dell’operazione.
Il progetto prevedeva l’inserimento occulta di un importo di 8,60 euro in bollette Enel, destinato a finire in conti correnti appositamente predisposti.

La rapidità con cui questi fondi avrebbero dovuto essere trasferiti e “ripuliti” dai conti, grazie all’intervento di figure specializzate, testimonia la meticolosa pianificazione dell’operazione e l’ambizione dei criminali di eludere i controlli e le indagini.
Un elemento cruciale dell’indagine ha inoltre fatto emergere la presenza di un “basista” interno alla società Enel, una figura chiave che avrebbe facilitato l’esecuzione della frode, fornendo informazioni riservate e aprendo la strada all’inserimento fraudolento delle voci di spesa.
Le conversazioni intercettate, che hanno coinvolto anche Paolo Abbatiello, ritenuto il reggente del clan Licciardi, rivelano un’impressionante sottovalutazione dei rischi da parte dei criminali.

Questi ultimi percepivano l’operazione come relativamente sicura, classificandola come appropriazione indebita piuttosto che come reato più grave, e confidando nella scarsa propensione dei clienti truffati a sporgere denuncia, data l’esiguità dell’importo in questione.
L’indagine, incentrata su eventi risalenti a febbraio 2023, ha portato alla luce una rete criminale transnazionale, capace di sfruttare competenze informatiche avanzate e la connivenza interna per tentare una frode di proporzioni significative, minacciando non solo le finanze di milioni di clienti, ma anche l’integrità del sistema energetico nazionale.
L’inchiesta solleva interrogativi cruciali sulla vulnerabilità delle grandi aziende e la necessità di rafforzare i controlli e le misure di sicurezza per prevenire future truffe di questo genere, che mettono a repentaglio la fiducia dei cittadini e la stabilità del Paese.

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