mercoledì 1 Ottobre 2025
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Truffe informatiche, smantellata a Napoli una rete di cybercriminali

Un’operazione complessa, orchestrata dalla Procura di Napoli (sezione reati informatici, coordinata dal magistrato Vincenzo Piscitelli), ha smantellato a Torre del Greco, in provincia di Napoli, una sofisticata rete di truffatori informatici, al momento composta da 21 indagati.

L’attività, che ha portato al sequestro di ingenti somme di denaro e beni di vario genere, svela un modus operandi meticolosamente pianificato e mirato a sottrarre ingenti capitali a ignari cittadini.
Il fulcro dell’operazione risiede nella manipolazione di dispositivi mobili Android.
I truffatori assumevano il controllo completo dei cellulari delle vittime tramite il trojan SpyNote, un malware distribuito apparentemente come aggiornamento o nuova applicazione tramite WhatsApp.
Questo permetteva loro di accedere a dati sensibili, estrapolando informazioni bancarie, dati personali e credenziali di accesso.

L’attività investigativa, avviata in seguito a una frode informatica che ha causato una perdita di oltre 113.000 euro, è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova.
L’operazione ha permesso di sequestrare un patrimonio consistente: 960.000 euro in contanti, un locale a Pompei gestito anche come punto vendita di sostanze anabolizzanti, tre wallet contenenti criptovalute (Bitcoin, USDT ed Ethereum) per un valore di circa 31.000 euro, numerose carte di credito intestate a prestanome, 50 cellulari con altrettante SIM, oggetti d’oro per un valore stimato di 25.000 euro e, in modo particolarmente significativo, un jammer e diversi rilevatori di frequenza, strumenti utilizzati per eludere le intercettazioni ambientali e garantire la segretezza delle comunicazioni interne al gruppo.

La tecnica utilizzata dalla banda era di elevata ingegnosità e puntava a sfruttare la fiducia dei correntisti.

I truffatori inviavano SMS che simulavano comunicazioni urgenti da parte di istituti bancari o caserme, inducendo le vittime a contattare immediatamente il numero indicato.
Il numero visualizzato risultava essere quello ufficiale dell’istituto o della caserma, aumentando ulteriormente la credibilità della messaggistica.

Una volta stabilito il contatto telefonico, con abile persuasione, veniva richiesto di installare un’app per un presunto aggiornamento, che in realtà conteneva il trojan SpyNote.
Una volta installato il malware, i truffatori assumevano il controllo totale del dispositivo mobile, estraendo tutte le informazioni necessarie per completare la frode.
La vittima, ignara del raggiro, scopriva solo successivamente di essere stata truffata, spesso solo recandosi in filiale e confrontando i movimenti anomali con l’estratto conto.

Questo caso evidenzia la crescente sofisticazione delle frodi informatiche e la necessità di una maggiore sensibilizzazione da parte dei cittadini, che devono essere costantemente aggiornati sui rischi legati all’utilizzo dei dispositivi mobili e alle comunicazioni online, imparando a riconoscere i segnali di pericolo e a proteggere i propri dati personali e finanziari.

La proattività e la prudenza sono armi fondamentali nella lotta contro la criminalità informatica.

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