La drammatica escalation della violenza di genere, che travolge non solo donne adulte ma, in modo particolarmente allarmante, anche minorenni, richiede un’urgente revisione dei nostri approcci e un rafforzamento delle reti di supporto.
L’allarme lanciato dalla procuratrice del Tribunale dei minorenni di Napoli, Patrizia Imperato, durante l’inaugurazione di “Stanza tutta per sé” presso la Compagnia dei Carabinieri di Bagnoli, sottolinea la necessità di creare spazi sicuri e accoglienti per le vittime.
L’emergenza non si limita più a scenari di aggressione fisica, ma si estende a forme insidiose di violenza psicologica ed emotiva, spesso abilmente mascherate.
La “doppiatura” dei cellulari, una pratica sempre più diffusa, rappresenta un esempio concreto di controllo ossessivo e manipolatorio, che le giovani vittime, purtroppo, interpretano erroneamente come espressione di affetto.
Questo fenomeno evidenzia una profonda disconoscenza dei segnali di abuso e una vulnerabilità particolarmente acuta nelle relazioni sentimentali adolescenziali.
L’invito rivolto dalle Forze dell’Ordine è chiaro: è imperativo che le vittime rompano il silenzio.
La creazione di “Stanza tutta per sé” risponde proprio a questa esigenza, offrendo un ambiente protetto, lontano dalla rigidità e dalla burocrazia tipiche delle sedi ufficiali.
L’obiettivo è creare un clima di fiducia che incoraggi la denuncia, facilitando l’emersione di storie spesso nascoste per paura, vergogna o manipolazione.
Il progetto, nato dalla collaborazione tra Soroptimist International Club e i Carabinieri, si inserisce in un quadro più ampio di iniziative ispirate alla Convenzione di Istanbul, un pilastro nella lotta contro la violenza di genere.
La Convenzione non solo definisce standard internazionali per la prevenzione e il contrasto, ma promuove anche la formazione specifica delle forze di polizia, l’emanazione di leggi più severe per i responsabili e la creazione di servizi dedicati alle vittime.
L’aspetto cruciale risiede nella capacità di offrire un ambiente che non sia solo fisico, ma emotivamente sicuro.
Come sottolinea Alessandra Franco, presidente del Soroptimist Club Napoli, la “stanza” mira a ricostruire un senso di controllo e dignità nella vittima, offrendo un rifugio dove poter raccontare la propria esperienza senza il peso di un giudizio o di un’atmosfera ostile.
Questo approccio umanizzato, centrato sull’ascolto e sulla comprensione, si rivela fondamentale per ricostruire la fiducia nelle istituzioni e per avviare un percorso di recupero e di empowerment.
L’iniziativa rappresenta un passo avanti verso una cultura del rispetto e della parità, dove la violenza non trovi più spazio e le voci delle vittime siano ascoltate e sostenute.








