sabato, 19 Luglio 2025
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Vulcani e Resilienza: Cronache dalla Terra Flegrea

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La Resilienza Sismica di una Terra Viva: Cronache da una Caldera FlegreaL’immagine è potente: una donna, in ciabatte e pareo, al telefono, con un misto di rassegnazione e sollievo nella voce, mentre attraversa Bagnoli.

Un quadro che incarna la complessa psiche di una comunità che convive da tempo con la danza incessante della terra.

Non si tratta di semplice fatalismo, ma di una resilienza forgiata da generazioni di convivenza con un vulcano in lenta ripresa.
La scossa di terremoto che ha scosso l’area, alle 9:14, è solo l’ennesima voce in un coro sismico antico, un promemoria costante della fragilità antropica di fronte alla potenza geologica.

L’evento, percepito distintamente a Napoli e nei comuni limitrofi, ha generato la consueta ondata di reazioni: porte sbattute, lampadari oscillanti, telefonate ai vigili del fuoco.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha quantificato la magnitudo a 4.

0, inferiore a quella del 30 giugno scorso, ma la percezione soggettiva, come sottolinea Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’INGV, è un fattore cruciale.
“Non è un dato misurabile, ma un’esperienza individuale, influenzata da molti elementi: la sensibilità personale, la posizione geografica, le caratteristiche strutturali degli edifici.
”L’epicentro, localizzato nel quartiere di Bagnoli, cuore della caldera flegrea, a una profondità di 3 chilometri, ha innescato uno sciame sismico secondario, un fenomeno considerato “normale” dagli esperti, in linea con l’attività bradisismica in atto.

Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, ha precisato che il sisma si inserisce nel contesto di un sollevamento del suolo che prosegue con le stesse modalità.

Immediato il protocollo di emergenza: il Prefetto di Napoli ha attivato il Centro Coordinamento Soccorsi, coinvolgendo vigili del fuoco, protezione civile, sindaci e operatori sanitari.

Fortunatamente, i controlli effettuati nei comuni più colpiti, inclusi i costoni monitorati dalla Guardia Costiera, non hanno rilevato danni strutturali.

Per precauzione, è stata predisposta un’area di attesa presso la ex Base NATO di Bagnoli.
L’impatto sulla viabilità è stato limitato: sospensione temporanea del traffico ferroviario nel nodo di Napoli e sulle linee Cumana e Circumflegrea, rimozione di un albero sui binari della metropolitana.

Anche le verifiche stradali di Anas non hanno evidenziato anomalie.
Il sindaco Gaetano Manfredi ha confermato l’assenza di danni nelle scuole, riflettendo un sistema di risposta ormai rodato.
Tuttavia, dietro le rassicurazioni ufficiali, si cela una profonda ambivalenza.
La comunità flegrea ha sviluppato un’adattabilità unica, una sorta di routine sismica.
La paura, inevitabile all’arrivo della scossa, si stempera in una quieta accettazione, un ritorno alla normalità subordinato all’assenza di conseguenze gravi.

“Ormai siamo abituati,” racconta un residente di Bagnoli.

“La paura c’è, ci chiediamo quanto sarà forte, ma poi, se non ci sono danni, ci rilassiamo.
”Questo equilibrio precario si riflette nelle immagini di una spiaggia non particolarmente affollata, dove un nonno si preoccupa per i suoi nipoti, appena usciti dall’acqua, e dove i lidi, pur mantenendo un’aria di normalità, sono testimoni silenziosi di una convivenza unica, quella tra l’uomo e una terra viva, pulsante, che si rialza continuamente.

È la resilienza di un popolo, plasmata dalla consapevolezza che la terra, madre e matrigna allo stesso tempo, continuerà a tremare.

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