Trent’anni di Melodie nel Paesaggio: Pomigliano Jazz e l’Anima della CampaniaNel segno della continuità e dell’innovazione, Pomigliano Jazz celebra con l’edizione numero XXX un traguardo prestigioso: trent’anni di musica, cultura e valorizzazione del territorio campano. Il festival, frutto della visione artistica e della direzione di Onofrio Piccolo, si configura non solo come evento musicale di respiro internazionale, ma come vero e proprio motore di sviluppo culturale ed economico per la regione.Quest’anno, il festival si articola in un percorso sinestetico che unisce l’eccellenza della musica jazz a una profonda immersione nel patrimonio storico, artistico e naturalistico della Campania. L’itinerario, un sapiente intreccio di luoghi iconici e gemme nascoste, si dipana dalle vestigia dell’Anfiteatro romano di Avella, custode di storie millenarie, alle austere e affascinanti Basiliche Paleocristiane di Cimitile, passando per le aree naturali incontaminate del Parco Nazionale del Vesuvio, fino a culminare, in settembre, nella Stazione della Circumvesuviana di Pomigliano D’Arco, luogo simbolo della nascita del festival.Il programma, sostenuto da una rete di istituzioni che include la Regione Campania, il Ministero della Cultura e l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, rappresenta un ponte tra diverse culture e generazioni. Un mosaico di sonorità provenienti da Cuba, Stati Uniti, Argentina, Inghilterra, Spagna, Polonia e Mali si fonde in un’esperienza musicale unica. Nomi di spicco del jazz mondiale, come il virtuoso pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, che omaggia Pino Daniele in un progetto inedito in collaborazione con Daniele Sepe e altri talentuosi musicisti italiani, il leggendario chitarrista statunitense Al Di Meola in un concerto suggestivo al tramonto sul cratere del Vesuvio, e il raffinato sassofonista Joe Lovano, si alternano a nuove promesse del jazz anglosassone, come Nubya Garcia, e a fusioni originali tra artisti italiani e talenti africani, come l’incontro tra Gianluca Petrella, Pasquale Mirra e il polistrumentista maliano Kalifa Kone.L’attenzione non si limita alla sola performance musicale. Pomigliano Jazz si impegna a promuovere un turismo consapevole e sostenibile, attraverso il progetto “Green Jazz”. Questo approccio si traduce in itinerari tematici, “Roots”, che invitano il pubblico a scoprire angoli di Campania spesso trascurati, tra percorsi naturalistici, degustazioni enogastronomiche e approfondimenti culturali.La seconda parte del festival, a settembre, trasforma la stazione EAV di Pomigliano D’Arco in un vero e proprio laboratorio creativo, con concerti, dj set, mostre, incontri e performance artistiche. Un omaggio al pianista Enrico Pieranunzi, la contaminazione con il producer britannico Adrian Sherwood, la sonorità del chitarrista spagnolo Juan Gómez ‘Chicuelo’, e l’energia del tastierista Davide Dileo (Boosta) contribuiscono a creare un ambiente stimolante e inclusivo. Particolarmente significativo è il progetto “Young Jazz Lab”, che culmina con un concerto dell’Orchestra del Ritmo e dell’Improvvisazione, un ensemble di giovani musicisti campani che rappresenta il futuro del jazz italiano.Pomigliano Jazz, dunque, non è soltanto un festival, ma un vero e proprio progetto di comunità, un’opportunità per celebrare l’identità campana, promuovere la cultura e creare un futuro più sostenibile e inclusivo.
30 Anni di Jazz: Pomigliano Celebra la Campania e il Suo Territorio
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