Il Castello Aragonese di Baia, immerso nel paesaggio vulcanico dei Campi Flegrei, si configura come scenario privilegiato per la quinta edizione di “Antro-Ausus se credere caelo” (‘Osando affidarsi al cielo’), un festival che esplora l’intersezione tra archeologia, tecnologia, performance e spiritualità. L’evento, nato come riflessione sul rapporto tra l’uomo e il cosmo, si propone quest’anno come un viaggio sinestetico tra passato, presente e futuro, tra memoria e innovazione.L’apertura del festival, affidata al direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano, ha dato il via a un percorso tematico incentrato sulle utopie flegree, immaginando il territorio antico come fucina di sogni e aspirazioni, proiezioni di un futuro che si rivela, a distanza di secoli, carico di suggestioni e interrogativi.La programmazione si articola in un ricco calendario di appuntamenti, che spaziano dalle conferenze divulgative agli spettacoli performativi, dalle installazioni artistiche ai laboratori creativi, offrendo al pubblico un’esperienza multidisciplinare e coinvolgente.Un momento particolarmente significativo è rappresentato dall’incontro con Marcella Leone, archeologa del CNRS e del Centro Jean Bérard di Napoli, che analizzerà le peculiarità delle conferenze “Uccellacci e uccellini” nella necropoli di Cuma, offrendo nuove prospettive sulla cultura e le pratiche funerarie dell’antichità. A seguire, l’ingegnere Daniele Spizzichino condurrà una riflessione stimolante su “Utopie in orbita: volo tecnologico sul patrimonio dell’umanità”, esaminando le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale.La componente performativa del festival si arricchisce della suggestiva proposta de “Iside e la Luna, rito performativo” dell’associazione La rete in movimento APS, un’opera che fonde teatro, canto popolare e danza con elementi pirotecnici, creando un suggestivo dialogo tra la tradizione esoterica egizia e la cultura partenopea. Al centro dello spettacolo, una figura contemporanea di Iside, smarrita nel proprio io, intraprende un percorso di ricerca e di trasformazione, guidata da tre figure misteriose che incarnano le diverse sfaccettature del suo essere. L’opera esplora temi universali come la frammentazione dell’identità, la ricerca di un senso di appartenenza e la possibilità di una guarigione interiore.A completare la programmazione, in linea con la volontà di sperimentare nuove forme di espressione artistica, il collettivo VAN presenta “Odisseo Superstar”, un’interpretazione originale e audace dell’epica omerica. La narrazione si dipana attraverso un linguaggio scenico ibrido che combina elementi teatrali, circensi e musicali, trasformando i miti classici in un viaggio emozionante e coinvolgente. La finzione è esplicitamente riconosciuta come tale, e gli attori si trasformano continuamente, impersonando i vari personaggi della storia, trasportando il pubblico in un mondo fatto di sogni e di visioni. La scenografia, minimalista ed essenziale, è arricchita da elementi luminosi e sonori che creano un’atmosfera suggestiva e onirica.Il festival “Antro-Ausus se credere caelo” si conferma dunque come un’occasione unica per esplorare le radici profonde della nostra identità culturale, interrogare il nostro rapporto con il cosmo e immaginare un futuro più consapevole e sostenibile.
Antro-Ausus: Tra archeologia, arte e spiritualità al Castello di Baia
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