Cani Lunari e Desertshore: Dialoghi tra Archetipi e Memorie nel Palcoscenico di SoveratoL’IRA Festival di Soverato, piattaforma di International Institute for Performing Arts, si configura come un crocevia di nuove tendenze nella danza e nelle arti performative, ospitando due opere che, pur nella loro diversità, rivelano un profondo interesse per l’esplorazione dell’identità, della memoria e dell’inconscio collettivo.
Il 6 settembre debutta a Soverato *Cani Lunari* di Francesco Marilungo, prodotto da Körper – Centro Nazionale di Produzione della Danza di Napoli, un’indagine performativa che intreccia la ricerca etno-antropologica con una coreografia di potente suggestione.
Marilungo, attingendo a un ricco materiale sonoro registrato tra le comunità della Puglia, della Barbagia e della Sicilia – magistralmente rielaborato in chiave elettronica da Vera Di Lecce – offre una riflessione sulla figura della strega, archetipo femminile profondamente radicato nel folklore meridionale.
L’ispirazione primaria è costituita dalle trascrizioni di processi per stregoneria del Duecento, documenti che testimoniano l’osservazione e la stigmatizzazione di donne considerate portatrici di conoscenze ancestrali e di poteri sovrumani.
Le protagoniste dello spettacolo, con la collaborazione artistica di Lessico Familiare, incarnano queste figure storiche, evocate attraverso costumi che richiamano le descrizioni contenute negli atti processuali, in particolare l’immagine delle giovani vestite di bianco e ornate di copricapo, figure iconiche dirette verso il Sabba, il rituale notturno di congiunzione con il mondo soprannaturale.
La coreografia si dispiega come una metamorfosi continua, un viaggio tra il visibile e l’invisibile, un’esplorazione delle energie primordiali che risiedono nel corpo femminile.
*Cani Lunari* non è una semplice rievocazione del passato, ma una rilettura critica del mito della strega, un tentativo di recuperare la sua complessità e di decostruire le narrazioni che l’hanno relegata al ruolo di figura oscura e demonizzata.
Il progetto, sostenuto da ResiDance e Network Anticorpi XL, si configura come un atto di riappropriazione culturale, un invito a guardare oltre gli stereotipi e a riconoscere la ricchezza e la forza degli saperi femminili tradizionali.
Il 5 settembre, lo stesso IRA Festival presenta *Nico, Desertshore* di Giovanfrancesco Giannini, un’opera nata da una residenza artistica e prodotta con il sostegno di Le Alleanze dei Corpi e IRA Institute.
Lo spettacolo, ispirato alla figura di Nico, musa di Lou Reed e Andy Warhol, è un’immersione in un immaginario desolato e demoniaco, un paesaggio interiore tormentato da visioni esoteriche e tempeste interiori.
La performance, che unisce corpo, musica e immagini d’archivio, si evolve in un rituale di espiazione, un confronto con le ombre del passato.
La danza, potente e angosciante, si fa portavoce di una solitudine profonda, evocando atmosfere cupe e oscure, un’eco di tormento che risuona nell’animo dello spettatore.
*Nico, Desertshore* è un viaggio all’interno della psiche umana, un tentativo di dare forma all’indicibile, di rendere visibile l’invisibile.
In sintesi, l’edizione di quest’anno dell’IRA Festival offre un panorama articolato di creazioni coreografiche contemporanee, che testimoniano la vitalità e la sperimentazione del panorama artistico italiano.
*Cani Lunari* e *Nico, Desertshore*, pur nella loro diversità, condividono un interesse per l’esplorazione di temi universali, come l’identità, la memoria, la femminilità e il rapporto tra l’uomo e il soprannaturale, offrendo allo spettatore un’esperienza estetica e intellettuale di profonda risonanza.