Beckett a Napoli: Un’Esplorazione dell’Assurdo e del SilenzioLa Galleria Toledo, stabile d’innovazione teatrale partenopea, dedica un mese intenso e profondo a Samuel Beckett, uno degli autori più complessi e rivoluzionari del Novecento.
Dal 31 ottobre al 23 novembre, il “Progetto Beckett”, curato da Laura Angiulli e Gabriele Frasca, si configura come un viaggio nell’opera di un pensatore che ha smantellato le convenzioni teatrali e linguistiche, aprendo nuove prospettive sulla condizione umana.
Il percorso inizia con “Lo spopolatore” di Frasca (31 ottobre – 2 novembre), un’immersione nel paesaggio desolato e metafisico che caratterizza gran parte della produzione beckettiana.
A seguire, il 5 novembre, Carla Totò propone “Rockaby Berceuse Dondolo”, un’opera che sonda l’angoscia esistenziale attraverso la figura di una donna sola e in attesa.
Dal 7 al 9 novembre, Marcido Marcidorjs offre una lettura originale con “Suonala ancora Sam!”, una riflessione sul rapporto tra musica, memoria e identità.
L’apice del progetto è rappresentato da “Aspettando Godot”, una nuova produzione della Galleria Toledo, con la regia e la drammaturgia di Laura Angiulli, che promette una rilettura intensa e suggestiva di uno dei drammi più iconici del teatro contemporaneo.
La rassegna non si limita alla rappresentazione scenica: il ciclo di incontri “Mondo Beckett”, con Giancarlo Alfano, Francesco de Cristofaro e Gabriele Frasca, si propone di decostruire l’eredità di Beckett, esaminando la sua influenza su radio, cinema e televisione.
Questi appuntamenti, fissati per il 10, 17 e 24 novembre, offrono l’opportunità di analizzare come il suo linguaggio radicale abbia permeato diversi media, dimostrando la sua capacità di trascendere i confini del teatro tradizionale.
“È sorprendente che, nonostante la sua innegabile rilevanza internazionale – sottolinea Gabriele Frasca – Beckett stenti ancora a trovare un pubblico adeguato in Italia.
” Mentre nel mondo intero il suo nome è spesso accostato a quello di Shakespeare, simbolo della grandezza drammatica, in Italia la sua opera è stata a lungo oscurata da interpretazioni superficiali e da una narrativa critica ingiusta.
Un declino culturale che ha contribuito a relegare Beckett a un circolo di “intenditori”, creando una frattura tra il riconoscimento globale e la ricezione nazionale.
Questo è particolarmente ironico considerando la profonda ammirazione che Beckett nutriva per la cultura inglese, studiata con passione durante i suoi primi anni a Dublino, un’esperienza che ha plasmato la sua visione del mondo e la sua sensibilità artistica.
Il “Progetto Beckett” a Napoli si configura dunque come un tentativo di colmare questa lacuna, di restituire a un pubblico più ampio la possibilità di confrontarsi con un autore che ha rivoluzionato il teatro e la letteratura del Novecento, offrendo una chiave di lettura inedita sull’esistenza e sul suo misterioso silenzio.






